Pineta scomparsa, il Parco si difende
«Sbagliano, non era nostra»

Sopralluogo del presidente della Spina Verde dopo il caso degli alberi abbattuti in Val Mulini

La “pineta scomparsa” è ora un caso istituzionale: Giorgio Casati, presidente del Parco Spina Verde, si è recato in Val Mulini con misuratori, topografo, carte e tecnici per verificare di persona l’appartenenza dei mappali sui quali svettava da oltre quarant’anni il vivaio di pini silvestri.

Il sopralluogo

«Non faceva parte della Spina Verde – è la conclusione del sopralluogo - L’Ente non ha competenze sull’area e sul taglio. Ho preso atto dell’abbattimento dal giornale “La Provincia” e ho voluto misurare di persona i limiti territoriali: posso concludere che sono fuori dal nostro ambito ».

Ad uno ad uno, tra misure di sicurezza, circa cento pini sono stati abbattuti dall’autunno scorso a questi giorni: impiantati negli anni ’70 del secolo scorso per coltivazione, erano stati colpiti dal bostrico, insetto – killer, erano consumati e pericolanti, ma l’operazione ha suscitato interrogativi e rammarico in residenti ed escursionisti.

Interpellato da “La Provincia”, il vicesindaco di Colverde, Paolino Strambini, che riveste pure l’incarico di assessore all’ambiente, aveva assicurato che «proprietario ed operatori erano forniti di tutti i permessi necessari, concessi dall’amministrazione provinciale e dal Parco Spina Verde». Insomma, l’intervento ha tutti i crismi della legalità e della regolarità. Ricaverà legna per bio – masse, per energia considerata pulita.

L’abbattimento non è abusivo, i pini erano ammalorati, giunti al termine del ciclo: ne aveva preso atto anche l’associazione Val Mulini Onlus, “sentinella del territorio”, pur rammaricata, a sua volta, anche per il sottobosco di equisetum in via di estinzione.

«Il proprietario del vivaio, in effetti, si era rivolto a noi – prosegue Casati - ma ci competeva solo concedere l’autorizzazione per il passaggio dei mezzi operativi su una porzione del Parco. E’ stata concessa. Non potevamo rifiutare l’istanza. Abbiamo quindi inviato il proprietario in amministrazione provinciale per i permessi sull’abbattimento». Se il vivaio fosse stato all’interno del Parco, sarebbero stati necessari permessi speciali, con coinvolgimento di altri enti, come i Carabinieri Forestali e l’Ente regionale delle foreste.

Ma il presidente solleva un’ulteriore obiezione: «La pineta è in gran parte sul territorio di Ronago, secondo quanto ci risulta : è a questo Comune che fanno capo le competenze».

I confini confusi

Però, secondo quanto s’è appreso, in Comune a Ronago non risulterebbero pratiche relative a questa vicenda, perchè la competenza su un taglio del genere è in capo all’amministrazione provinciale e al Comune non tocca rilasciare pareri in questa circostanza, mentre restano vaghi i confini amministrativi. Sul confine del fiume Faloppia e del Canton Ticino. La vicenda, insomma, sta portando alla luce una situazione piuttosto confusa in materia di competenze.

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