Piscina, spiraglio per riaprire
Ma rinvio sul nuovo progetto

Muggiò: dopo i test Csu lavora per partire a settembre, ma senza pubblico. La proposta Majocchi: ora il Comune chiede integrazioni, i tempi si allungano

Entro il 31 luglio il Comune, dopo un allungamento dei tempi a causa dell’emergenza Covid, avrebbe dovuto dare un parere sul progetto per rifare ex novo la piscina di Muggiò presentato dall’impresa Nessi & Majocchi con A &T Europe, società del gruppo Piscine Castiglione e Iccrea Leasing. Si tratta del piano che prevede la ristrutturazione completa con la realizzazione di tre vasche: una da 50 metri olimpionica (divisibile però in due vasche da 25 nel caso di alcune competizioni a vasca corta), una da 25 metri e una da 10 oltre a tutta la struttura per un costo totale comprese le quote per il riscatto (la modalità è quella del project financig in leasing), pari a 7,5 milioni (da pagare in rate ventennali).

Verdetto rinviato

Ma il verdetto sulla pubblica utilità dell’opera che aprirebbe la strada a una gara per la realizzazione (a cui parteciperebbe chiunque, non solo il proponente) non arriverà nei prossimi giorni. Il Comune, da quanto trapela, ha infatti inviato una richiesta di integrazioni al privato che ora avrà a disposizione 60 giorni di tempo (anche se, è molto probabile, cercherà di accorciare il più possibile) per rispondere. Dal momento della presentazione dei documenti in Comune ripartiranno i 90 giorni di tempo che l’amministrazione avrà per dare il parere che dovrà arrivare dagli uffici alla giunta. Di certo c’è che non sarà l’attuale dirigente ai Lavori pubblici Andrea Pozzi (che i rumors di Palazzo indicavano dubbioso su progetto), che ha già formalizzato il suo trasferimento in un Comune del Milanese da settembre, ma il suo successore.

Nel frattempo proseguono le verifiche sull’attuale impianto con l’obiettivo di arrivare a una riapertura dopo l’estate. I test eseguiti a vasca piena, da quanto si apprende, hanno rivelato qualche ulteriore perdita d’acqua, ma che gli addetti ai lavori definiscono fisiologica per una struttura di quelle dimensioni e rimasta chiusa così a lungo (dal luglio dell’anno scorso). Qualche spiraglio per la riapertura, con la gestione affidata alla Como Servizi Urbani, sembra esserci. Si dovrà però trattare di un’apertura provvisoria, per una stagione, che consentirà l’accesso alle società sportive per allenamenti e gare. Niente pubblico, niente bar e, probabilmente - ma questo dovrà ancora essere definito - niente corsi di nuoto.

La burocrazia

Senza la presenza di pubblico e con minimi lavori non dovrebbe nemmeno essere necessario il parere della commissione provinciale di vigilanza, mentre è fondamentale presentare la scia (che un anno fa aveva fatto alzare bandiera bianca alla Fin) ai vigili del fuoco per ottenere il via libera.

Se dal Comune dovesse arrivare nei prossimi mesi parere favore al progetto Majocchi l’anno prossimo sarà poi dedicato al cantiere (a impianto chiuso) della durata prevista di 12 mesi. In caso contrario Palazzo Cernezzi dovrà comunque provvedere con una massiccia ristrutturazione dell’intero impianto sportivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA