Primi vaccini a domicilio
I medici: «Noi siamo pronti»

I dottori di famiglia a casa dei loro pazienti allettati. Il presidente Spata: «Fase molto delicata, se riparte il virus sono guai»

Al via i primi vaccini Moderna per gli anziani allettati, i medici sperano di scendere in campo per dare un’accelerata alla campagna vaccinale. Mentre il Sant’Anna ieri si è concentrato sul personale delle comunità fragili, le vaccinazioni in provincia hanno visto una prima sperimentazione voluta dall’Ats Insubria sugli anziani a domicilio attraverso i medici di famiglia.

La testimonianza

«Ho raggiunto a casa dieci miei assistiti anziani – racconta Gianni Clerici, presidente della cooperativa medici Insubria, la più rappresentativa del Comasco – la farmacia dell’ospedale Sant’Anna ha preparato le fiale da somministrate ai pazienti entro massimo sei ore le dosi. È un lavoro fattibile se gli anziani da vaccinare abitano in un raggio ristretto e se il medico è aiutato da un infermiere o da un collega». Nei prossimi giorni altri medici della cooperativa effettueranno la stessa prova. Ieri Clerici con l’ambulanza ha raggiunto tra gli altri la centenaria partigiana appianese Anna Ferrario, l’organista Giuseppe Lonati e la professoressa di 98 anni Wanda Crapis. Ats valuterà i risultati di questi primi giorni di sperimentazione.

«Sul territorio comasco sono stati individuati dai medici 3500 pazienti da vaccinare a domicilio- spiega in una nota l’Ats Insubria - il sistema risulta complesso e articolato, in quanto necessita di organizzare le fasi previste per la vaccinazione nell’arco di poche ore. Il prelievo del vaccino dalla farmacia dell’Asst Lariana, la preparazione, la somministrazione con l’osservazione del paziente a domicilio per almeno 15 minuti e la successiva registrazione della vaccinazione nel sistema operativo regionale. Al momento è in fase di avvio una sperimentazione che coinvolge alcuni medici con il compito di testare la fattibilità del percorso».

«Il 90% dei medici del territorio si è reso disponibile a vaccinare la popolazione – commenta Gianluigi Spata, presidente dell’Ordine dei medici di Como - Dopo aver sottoscritto a gennaio una convenzione regionale anche a livello nazionale abbiamo raggiunto un accordo. Bene la sperimentazione con gli allettati. Con ogni probabilità già oggi verranno decisi i primi hub per organizzare le vaccinazioni. Non i piccoli centri, che potranno aggiungersi in una seconda fase, ma pochi grandi punti dove anche noi potremo vaccinare i cittadini in sicurezza».

Il timore di Spata e dei medici di famiglia è che le fasi più importanti delle vaccinazioni arrivino durante un nuovo picco pandemico. «Ho chiesto mille volte responsabilità e prudenza - dice Spata - il pericolo altrimenti è mandare di nuovo in crisi gli ospedali, per la terza volta sommersi di pazienti da curare. Ospedali che, ad esempio il nostro Sant’Anna, sono per il momento gli unici a portare avanti le vaccinazioni. Se la pressione nei reparti sale è difficile pensare che le vaccinazioni corrano, medici e infermieri non si possono inventare. Se torniamo in rosso altro che finire a giugno tutte le vaccinazioni». S.Bac.

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