Quarant’anni fa la strage di Bologna
«Li aspettavo in Puglia, non li vidi più»

Alla stazione c’era la famiglia Mauri: mamma, papà e il piccolo Luca di 6 anni. Il fratello di Anna Maria, Vittorio racconta il dramma: «Mi manca più di allora»

Un dolore lungo quarant’anni che si sono tenuti dentro perché, in fondo, solo loro possono sapere cosa significa vedersi strappare i familiari da una bomba alla stazione. Un dolore, quello per la morte, il 2 agosto del 1980, alle 10.25, di Anna Maria Bosio, del marito Carlo Mauri e del figlio Luca di appena 6 anni, che non passa. Anzi. «In questi ultimi anni - dice Vittorio Bosio, fratello di Anna Maria - sento ancora di più la mancanza di mia sorella. Non so spiegarlo, credo sia una cosa naturale».

Dolore e silenzio

Vittorio Bosio, in tutti questi anni, così come la sua famiglia, non ha mai raccontato quel 2 agosto di quarant’anni fa che ha trasformato l’inizio di una vacanza in una tragedia. «Noi - dice oggi - non siamo mai andati alla commemorazione a Bologna. Troppo traumatico e poi abbiamo sempre voluto ricordarli nell’intimità della nostra famiglia». Il dottor Bosio, nel 1980, aveva 26 anni. Sua sorella 28. «Non dimenticherò mai quella giornata - racconta per la prima volta con la voce rotta dall’emozione -. Io ero già in Puglia e li aspettavo al campeggio. Poi i gestori mi spiegarono che avevano avuto un piccolo incidente e che sarebbero arrivati in treno. E così andai alla stazione, per aspettarli lì. Il tempo passava, ma non arrivavano. Poi la notizia che c’era stata un’esplosione alla stazione di Bologna. Sapevamo che erano là, ma speravamo che avessero preso il treno prima oppure quello dopo. Speravamo che sarebbero arrivati. Ma le ore passavano e passavano e Anna Maria, Carlo e Luca non arrivarono mai».

La famiglia comasca di Tavernola, era partita in auto per raggiungere la Puglia. In autostrada, quasi a Bologna, i Mauri erano stati tamponati e decisero di proseguire in treno. Il caso, il destino, una fatalità: sta di fatto che furono tra le 85 vittime della strage. «Questi anni - prosegue Bosio - sono stati molto duri, ma iniziative come quella del gruppo estivo dell’oratorio di Tavernola di pochi giorni fa dove sono intervenuto (lì c’è una sala dedicata al piccolo Luca) o dell’intitolazione della scuola materna che significa raccontare ai bambini chi era Luca Mauri, da cui prende il nome, attutiscono il dolore. L’intitolazione della piazza a Tavernola (nel 2016, ndr) e il mandare tutti gli anni il gonfalone del Comune a Bologna (ci sarà anche oggi, ndr) o i fiori al cimitero e le iniziative di ricordo organizzate da Gerardo (Monizza, ndr) e non solo, sono segni di attenzione che ci fanno sentire meno soli».

Oggi in Pinacoteca

In Pinacoteca alle 10.15 e in replica alle 11.30 (ingresso con prenotazione) sarà proiettato il video “Cadendo il giorno 2 di sabato - Istanti dalla Strage di Bologna”, un radio–video dramma per voci e coro, con le voci delle vittime che riportano alla memoria le sensazioni, i dolori, le amarezze, le paure dell’attimo in cui è avvenuta l’esplosione. L’iniziativa è di NodoLibri, di Gerardo Monizza e Giuseppe Battarino con la collaborazione del Comune di Como e di TUC–Teatri Uniti Como.

Gisella Roncoroni

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