Quarantena per nove classi in un giorno
«Scuole e famiglie abbandonate da Ats»

Como: dall’asilo alle medie oltre duemila gli studenti comaschi costretti a casa per uno o più contagi.La preside Valentina Grohovaz: «Dall’ex Asl non chiamano e non rispondono a mail e telefono»

Altre nove classi in quarantena in città in una sera sola.

Attualmente sono più di duemila gli studenti comaschi in quarantena (5.136 è il dato complessivo di Como e Varese, dall’asilo alle superiori).

Per licei, tecnici e professionali da domani fino al 13 novembre la scuola si fa tramite didattica a distanza, ma anche fare scuola in presenza tra tamponi, positivi e classi in quarantena è davvero una fatica.

Venerdì sera alle scuole di via Fiume e di via Viganò è arrivata la comunicazione che due docenti sono risultati positivi al tampone pur essendo in buone condizioni di salute. I due insegnanti lavorano entrambi per l’istituto comprensivo Como centro e avendo la cattedra su più classi hanno avuto contatti con parecchi alunni.

Via Fiume rientra

Sono quindi cinque le classi che sono finite in quarantena, con i bambini a casa in attesa di tampone. Domani peraltro è pronta a rientrare a scuola un’altra classe di via Fiume dopo aver trascorso tutto il periodo di isolamento in seguito ad un caso positivo individuato nelle scorse settimane.

Sempre venerdì sera una ragazza delle medie di Albate ha ricevuto l’esito del tampone ed è risultata positiva, dunque anche una terza media della Marconi è costretta a restare casa. Una classe seconda sempre alla Marconi ha già invece scontato la quarantena.

Anche l’asilo Caravella di Rebbio è chiuso da venerdì perché due educatrici sono positive. Un altro insegnante della Vacchi di via Montelungo è risultato positivo al tampone di conseguenza tre classi, seconde e terze, devono fare il tampone e stare a casa.

Nei giorni scorsi era già capitato in questa scuola a due classi quinte poi tornate a lezione.

Il problema è che buona parte di queste famiglie lamenta di non essere stata contattata dall’Ats Insubria per conoscere le procedure sanitarie, per i tracciamenti in qualità di contratti stretti e per ricevere i necessari congedi lavorativi da consegnare alle imprese e ai datori di lavoro.

«Confermo, fino alle prime settimane di ottobre l’Ats rispondeva – spiega la preside dell’istituto comprensivo Como centro città Valentina Grohovaz – poi sono spariti. Non chiamano le famiglie, i docenti, per fare i tracciamenti e per dare istruzioni sulla quarantena e i tamponi. Ma non danno nemmeno un riscontro ai genitori che hanno bisogno di chiedere il congedo rapido al lavoro per poter stare a casa con i bambini. Telefoni e mail non funzionano».

Telefoni muti

Non va il numero verde, suona a vuoto quello per i fine settimana, nessuno risponde al numero riservato internamente per presidi e docenti, anche alla casella di posta elettronica fornita agli istituti non arrivano indicazioni. «I casi a scuola si moltiplicano creando gravi difficoltà di gestione visto lo stato di abbandono da parte di Ats che stiamo sperimentando» così scrive la preside Grohovaz su Facebook.

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