Rapinese non si esprime sulla revoca di Lombardi e tiene le cinque deleghe dell’assessore per sé

Comune Nessuna dichiarazione dopo l’atto di revoca ma non è prevista la nomina di un nuovo assessore. Sarà il primo cittadino a seguire anche Verde e Ambiente

Nessuna parola dal sindaco Alessandro Rapinese dopo la revoca dell’assessore Matteo Lombardi che ha scritto anche una lettera rivolta ai cittadini e al primo cittadino nella quale spiega le sue ragioni e dice di non aver trovato «fondata causa giustificativa della mia rimozione».

Come si legge nel documento firmato martedì mattina, il sindaco ne darà comunicazione nel prossimo consiglio comunale (non ancora fissato, ma dopo l’Epifania) ma potrebbe limitarsi, anche in quella sede, a una mera comunicazione visto che la nomina degli assessori (e quindi la revoca) sono di carattere fiduciario. Il venir meno della fiducia del sindaco in un suo assessore, infatti, è secondo la norma, sufficiente (a prescindere dalle ragioni) per motivare un provvedimento di revoca.

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Gli incarichi

Le cinque deleghe di Lombardi (Ambiente, Verde, Parchi e giardini, Finanziamenti pubblici e comunitari, Sponsorizzazioni) nel frattempo sono tornate al primo cittadino. Non è prevista la nomina di un nuovo assessore e questo significa che sarà Rapinese ad occuparsi anche dei settori lasciati dall’assessore “licenziato”. Complessivamente il sindaco è il referente di ben 12 settori, in alcuni casi il doppio di quelli dei suoi singoli assessori. Nel dettaglio si occupa di Patrimonio (lo aveva detto fin dalla campagna elettorale giudicandolo strategico) e Sport (anche in questo caso, viste le partite che riguardano piscina e palazzetto di Muggiò), ma anche di Sicurezza, Polizia locale, Affari generali e istituzionali, Relazioni internazionali e Innovazione tecnologica a cui vanno aggiunte le deleghe che si è ripreso direttamente da Lombardi.

Una sola versione dei fatti

L’ormai ex assessore nella sua lunga lettera ha contestato la revoca arrivata, per sua stessa ammissione, dopo settimane di tensione con il primo cittadino. E nel post ha anche lanciato una serie di accuse a Rapinese. «Dopo averci lungamente pensato in questi tristi giorni natalizi, - ha poi scritto - non ho trovato fondata causa giustificativa della mia rimozione, che non fosse solubile da una sana e trasparente discussione tra persone intelligenti quali siamo tutti noi». Come detto, però, al momento l’unica versione dei fatti è quella di Lombardi, visto che dal sindaco non sono state fatte dichiarazioni di alcun tipo.

Nel frattempo, sempre sui social, hanno preso posizione i due storici consiglieri comunali della lista civica che avevano poi divorziato politicamente da Rapinese: Ada Mantovani e Paolo Martinelli.

La prima ha scritto sotto la lettera di Lombardi: «Tutta la mia vicinanza» soprattutto dal punto di vista umano. Martinelli, oltre a scrivere “Mi piace” ha anche postato la frase “La classe è quando hai molto da dire, ma scegli di stare in silenzio”. Si è poi limitato a invitare a rileggere una sua dichiarazione risalente all’ottobre del 2021 quando si trasferì nel gruppo misto: «Rapinese mi ha gentilmente invitato a uscire dal gruppo e così ho fatto. Non avrei comunque potuto fare l’assessore per impegni familiari e di lavoro. La verità è che Rapinese mi voleva assessore perché così gli sarebbe bastata una firma per buttarmi fuori dalla Giunta e dal palazzo».

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