Ressa e urla, la movida toglie il sonno
«Qui in piazza Volta non dormiamo più»

I cittadini: «Assembramenti e schiamazzi, basta» Ragazzini sul tetto di una minicar in movimento - Confesercenti: «Non criminalizzare bar e ristoranti»

Como

«Sabato sera si è toccato il fondo, ma la situazione di follia va avanti da mesi oramai, non se ne può più». Cambiano i volti, ma i commenti sono gli stessi tra i residenti che abitano tra piazza Volta, via Rubini, via Grassi, piazzetta Jasca. Chiedono che non vengano resi noti i loro nomi poiché hanno paura di ritorsioni visto che, raccontano, si sono già verificati momenti di tensione con i ragazzi - molti giovanissimi - che cantano, urlano, ballano con tanto di musica a tutto volume non lontano dalle loro abitazioni. Qualcuno ha lanciato anche secchiate d’acqua, le chiamate al 112 non si contano, e senza tappi nelle orecchie è escluso anche solo pensare di dormire.

«Sabato notte - racconta un residente - è stato un delirio. C’era questa minicar, che si è vista spesso durante l’estate, con un impianto di amplificazione incredibile e con la musica a tutto volume. Più di cento ragazzi ammassati, senza mascherine, a ballare. Sono andati perfino sul tetto e sul cofano dell’auto e lì sono rimasti anche quando si è messa in moto per uscire verso viale Cavallotti. Purtroppo i carabinieri sono arrivati poco dopo, quando la situazione si era normalizzata». Piazza Volta è una delle zone più calde insieme ad altre, non solo in centro città e il dibattito tra chi in qualche modo difende i ragazzi e chi, invece, è per la linea dura è aperto. Nelle scorse settimane la questura in più occasione aveva chiuso alcuni locali della piazza perché non rispettavano le misure sul distanziamento.

Nel caso di sabato, però, i giovanissimi erano distanti dai locali e, tra l’altro, in pochi indossavano la mascherina. Situazione che ha portato l’assessore alla Sicurezza Elena Negretti a parlare apertamente di «mancanza di rispetto» poiché «siamo ancora in una fase di emergenza sanitaria e quegli stessi ragazzi vanno poi a scuola, al lavoro e, ovviamente nelle loro case».

Ieri è arrivata anche la presa di posizione di Confesercenti che spezza una lancia a favore dei locali e dei giovani. «L’accesso a bar e ristoranti - è il commento del presidente dell’associazione di categoria, Claudio Casartelli - è limitato dalla normativa anti Covid ed è quindi naturale che i ragazzi si riversino nelle piazze: sfatiamo il mito degli esercenti cattivi, i gestori sono i primi ad essere terrorizzati dal subire sanzioni. D’altronde le discoteche sono chiuse, i locali hanno capienza limitata e i ragazzi hanno voglia di stare insieme: non colpevolizziamoli per questo».

Poi però aggiunge: «Altro discorso sono gli schiamazzi a tarda ora che infastidiscono chi vuole legittimamente dormire». Proprio sulla questione locali era intervenuto l’assessore alle Attività produttive Marco Butti dicendo: «In questo preciso frangente non credo sia possibile criminalizzare baristi ed esercizi commerciali. Quanto accaduto in piazza Volta, da quanto mi risulta, è accaduto anche in altre zone, dai giardini a lago a Ponte Chiasso e con episodi simili rischiamo di vanificare tutti gli sforzi fatti fino ad oggi sul fronte sanitario». E aveva però bollato come «intollerabile» quando accaduto alle 2 del mattino di domenica.

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