Scuola, agli under 60 un mix di vaccini
La protesta: «Non siamo cavie»

Tensione fra prof e non docenti - Sono 1150 gli appuntamenti già cancellati via sms - La riprogrammazione dei richiami partirà domani

Dopo lo stop alla seconda dose sotto ai 60 anni, con AstraZeneca nel mondo della scuola c’è tensione.

Sono circa 2.260 gli insegnanti comaschi a cui sono stati sospesi i richiami, gli appuntamenti saltati finora e da spalmare nei prossimi giorni sono 1.150. La Regione ha spiegato di aver spedito degli sms per avvisare della sospensione con l’intenzione poi di riprogrammare le vaccinazioni da domani . Niente cambia sopra ai 60 anni, al di sotto invece i cittadini vaccinati con AstraZeneca riceveranno come seconda dose Pfizer o Moderna.

È soprattutto per questo che insegnanti e bidelli dicono di essere preoccupati e di sentirsi delle cavie. Ad alcuni peraltro non è arrivato alcun sms per la disdetta e per molti il termine ultimo per la seconda dose è vicino, stanno scadendo le dieci-dodici settimane entro le quali bisogna effettuare il richiamo. Non bastasse, c’è chi ha già prenotato le vacanze. «Io non ho ricevuto sms e quindi sono andata ieri al Sant’Anna – spiega Claudia Viganò, insegnante di informatica e di scuola primaria al Gallio - sono stati tutti cortesi, mi hanno detto che non dipende da loro, non è una scelta della sanità locale. Io ho fatto AstraZeneca a inizio aprile, adesso mi tocca fare la seconda dose con un vaccino diverso. La preoccupazione c’è ed è grande, non lo nascondo, effettivamente ci si sente come delle cavie. Alcuni colleghi sono intenzionati a fermarsi alla prima dose, altri preferirebbero rifare AstraZeneca. Sinceramente io non ho gli elementi per valutare, mi rimetto alle decisioni delle autorità sanitarie. Ma è chiaro che c’è perplessità e agitazione».

Il Comitato tecnico scientifico ha spiegato che nonostante la vaccinazione eterologa non sia stata testata nelle sperimentazioni, nonostante ci siano sul tema poche pubblicazioni o studi, la scelta è sicura ed efficace, e minimizza i pur minimi rischi sotto ai 60 anni registrati con AstraZeneca.

«Sì, ma molti colleghi sono comunque in allarme – dice Viganò – alcuni tra l’altro avevano prenotato il viaggio subito dopo il richiamo, speriamo che gli appuntamenti saltati vengano riprogrammati presto».

«Dovevo fare il vaccino ieri al Valduce – spiega Rosy Savonarola, amministrativa a Ponte Chiasso per l’istituto comprensivo Como Nord – ma come noto è saltato. Niente AstraZeneca sotto ai 60 anni, ci faranno Pfizer o Moderna. Va ormai di moda avere fiducia nella scienza e nella medicina, ma queste scelte mi sembrano anche politiche. La vaccinazione eterologa non è stata sperimentata, la preoccupazione direi che è lecita. Io al prossimo appuntamento ci andrò, anche solo per responsabilità. Tutti vogliamo sconfiggere il Covid, io però di vita ne ho una sola».

Gli stessi timori si riscontrano a macchia di leopardo in molte scuole benché la maggior parte degli operatori scolastici sia già stata vaccinata. Nel Comasco i docenti e i bidelli delle sole scuole pubbliche sono circa 10mila, il bacino è molto più numeroso con le scuole paritarie. Il tasso di adesione in questa categoria non è mai stato fornito pubblicamente, ma sindacati e istituti stimano che i non vaccinati siano tra il 15% e il 20%. Anche in ragione dei tanti cambi sull’utilizzo di AstraZeneca, un vaccino utilizzato soprattutto per gli insegnanti. Scelte contrastanti che rischiano di erodere la fiducia nella medicina nella scienza.

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