Scuola, dal provveditore agli alunni
«Dovete aiutarci a tornare in aula»

Il provveditore: «L’obiettivo è rientrare tutti» - Prof, genitori e ragazzi delusi: «Necessari più mezzi»

«La didattica a distanza dev’essere residuale: è una scelta delle scuole, non la soluzione che toglie le castagne dal fuoco a chi gestisce i trasporti».

Il provveditore di Como Roberto Proietto ribadisce l’assunto: a settembre, l’obiettivo è riportare i ragazzi in classe. E se gli istituti, dal canto loro, sono quasi tutti pronti ad accogliere i ragazzi (non senza difficoltà), chi si occupa dei bus deve riuscire a portarli a scuola.

Da questo punto di vista, il tavolo regionale sui trasporti di mercoledì potrebbe aver aperto qualche spiraglio. L’argomento all’ordine del giorno, infatti, erano proprio gli studenti. «Da parte nostra – spiega Proietto – abbiamo ribadito come, a livello regionale, e vale anche per la provincia di Como, le superiori siano in grado di accogliere i propri alunni. A parte qualche eccezione, le strutture sono in buone condizioni». A questo proposito, il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca ha ricordato come il novanta per cento degli stabili scolastici provinciali non avrebbe bisogno d’interventi.

Oltre a ribadire l’importanza del ritorno in aula, Proietto ha sottolineato come sia stato detto che, se le scuole si organizzassero scaglionando gli ingressi di due ore, sia il trasporto su gomma sia quello su ferrovia sarebbe in grado, in Lombardia, di portare i ragazzi in aula. «Prendo per buono quanto affermato – aggiunge il provveditore – e quindi, anche a livello locale, dovranno mettere in campo questa soluzione. Peraltro, le associazioni cui appartengono le aziende del trasporto privato hanno ribadito d’avere i mezzi a disposizione perché attualmente inutilizzati. Si potrebbe appaltare a loro le corse da aggiungere».

Come emerso però dalla conferenza di servizio provinciale, il problema è anche economico: mancherebbero i soldi e, almeno al momento, non si ha notizia di stanziamento di soldi in più da parte dei soci dell’agenzia per il trasporto pubblico locale (i soci sono la Regione, i tre Comuni capoluogo e le tre province di Como, Lecco e Varese ndr).

In generale, gli studenti hanno voglia di tornare in classe. Oltre a ribadirlo in tutte le occasioni durante questi mesi di lockdown, hanno palesato la propria volontà di ripartire in presenza attraverso un sondaggio predisposto dalla consulta degli studenti, in cui la quasi totalità chiedeva di rientrare a scuola.

Oltre ai presidi, risentiti dalla situazione, anche tanti docenti sono preoccupati e ritengano serva uno sforzo per rientrare in classe.

«Basta passarci la palla – è infine l’appello di Proietto – noi, inteso come mondo della scuola, siamo disposti a organizzarci su due turni, pur con tutte le difficoltà poiché significherebbe ampliare l’orario d’apertura della scuola. Noi ci facciamo carico del nostro pezzo. Chi, invece, ha il compito di portare gli studenti a scuola, si faccia carico del problema. A Como, ma in generale in Lombardia, si rischia il paradosso: avere gli spazi per accogliere gli studenti in sicurezza, ma non riuscire a portarli a scuola».

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