Scuola e Covid
Centinaia in coda per i tamponi

Cinquanta auto all’ora per tutto il giorno. Sono soprattutto bimbi piccoli con qualche sintomo

Tutti in coda a fare il tampone per riuscire a tornare a scuola, e per gestire l’assalto Ats e Asst stanno pensando di organizzare un servizio di prenotazione online.

Ieri mattina in via Napoleona, ai cancelli del vecchio ospedale, c’era una fila di auto davvero lunga per salire fino in cima e fare il tampone “drive-in”, stando sempre seduti a bordo della propria vettura. Vicino all’uscita c’era un camper attrezzato con gli infermieri dell’Asst Lariana. Circa 250 persone, 50 macchine ogni ora, sono sfilate per effettuare dal finestrino il prelievo delle mucose. Il risultato? Ieri sera entro le 23, come da programma: positivo o negativi al Covid.

Si sono sottoposti su prescrizione del pediatra o per diretta richiesta delle scuole, gli alunni dagli asili alle superiori, accompagnati spesso dai fratelli e dalle sorelle oltre che dai genitori, ma anche gli insegnanti e tutto il personale educativo.

Tanti dalla provincia

Su un campione di trenta auto nell’arco di un’ora, l’età media dei minori testati appare molto bassa. La città pesa per un quinto rispetto agli utenti della provincia, ricordando che nel Comasco l’unico altro punto tamponi dedicato alla scuola è a Menaggio, dove ieri di prima mattina si è registrato un discreto afflusso.

I più, nonostante la coda, hanno giudicato positivamente il servizio nella speranza, però, che davvero arrivi il risultato stamattina tramite il fascicolo elettronico così da poter tornare subito in ufficio e in classe.

Ieri i docenti erano solo una piccola parte dell’utenza, all’incirca un decimo dei presenti. Infine, la maggioranza degli intervistati concorda, nel dubbio, sull’opportunità di fare il tampone ai figli in caso di febbre, ma c’è una minoranza, affatto irrilevante, che invece si è molto lamentata. Circa un terzo delle persone che sono andate in Napoleona. Perché i sintomi erano scarsi o assenti e perché il tampone, come noto, comporta l’isolamento di tutta la famiglia.

Solo un mal di gola

«Per un semplice mal di gola senza febbre siamo tutti a casa in quarantena - raccontano due genitori di Cantù – il pediatra e la scuola hanno insistito». «Mia figlia ha mal di denti – dice un papà di Erba – con due conseguenti lineette, il dottore esagera». «Tosse e raffreddore – spiega una mamma sempre dell’erbese – l’anno scorso neanche avrei chiamato la pediatra». «Mi son sentita in dovere di informare l’asilo perché mio figlio ha il raffreddore – dice una mamma di Lipomo – ed eccoci qui con tampone e quarantena». «Almeno la visita il pediatra poteva farla» dice una mamma canturina. «Ha solo il raffreddore, ma senza tampone l’asilo non accetta mia figlia – dice un papà di Albese – però bisogna anche fidarsi dei pediatri e delle istituzioni». «Due giorni di raffreddore e la febbre a 37 – così una mamma di Cantù – ma va bene, nel dubbio capisco, io non sono un medico. Mia figlia però lo scorso autunno si è ammalata dieci volte. Mi toccherà sempre questo cinema senza poter lavorare?». Probabilmente sì. Sarà allora interessante vedere dai referti dei tamponi se effettivamente bambini e ragazzi risulteranno contagiati dal Covid. Tra oggi e domani sono attesi dei riscontri dall’Ats Insubria. Occorre sottolineare che le voci riportate erano solo alcune, le più critiche, come detto la maggioranza rilevata la febbre oltre i 37,5 gradi ha preferito con convinzione sottoporsi al tampone.

Alla guida delle auto che sfilavano sbucando di nuovo lungo la Napoleona c’era anche qualche operatore sanitario testato perché ha avuto contatti con persone contagiate.

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