Scuole, 1700 casi in una settimana
Le quarantene sono aumentate del 45%

I dati Ats sull’epidemia da Covid in provincia: contagi in risalita, soprattutto fra i banchi - Ieri 142 i nuovi positivi tracciati nel Comasco - Zona arancione, oggi la decisione per la Lombardia

Como

Da inizio mese i contagi a Como salgono del 17% e le quarantene scolastiche del 65%. Ieri altri 142 positivi e tre decessi.

C’è una micro zona rossa a sei chilometri dalla nostra provincia e la più rapida variante inglese sta ormai diventando predominante nel nostro territorio. La Regione, attraversata da nuovi ceppi virali nel bresciano e nel milanese, è in bilico tra l’attuale zona gialla e la zona arancione.

La decisione del Ministero è attesa nella giornata di oggi. Stando al solo nostro territorio l’andamento della pandemia segna un peggioramento. Secondo i dati diffusi dall’Ats Insubria a fronte di 12.779 tamponi nel Comasco tra il 29 gennaio e il 4 febbraio sono stati individuati 768 casi positivi, un dato cresciuto nella successiva settimana, 868 con un paragonabile numero di tamponi, per arrivare dal 12 al 18 febbraio a 898 positivi su 13.094 tamponi. È un +17% in quindici giorni. Il tasso di positività del Comasco oggi è poco più alto della media lombarda.

Quanto alle scuole, erano 966 gli studenti comaschi interessati da misure di quarantena l’ultima settimana di gennaio, sono saliti poi a 1.092 la prima di febbraio e ora sono 1.590. L’incremento molto netto è dovuto soprattutto alle superiori, riaperte proprio l’ultima settimana di gennaio. In provincia oggi ci sono 83 classi in quarantena, di cui 18 tra asili e materne con 358 bambini coinvolti e 65 maestre, 32 nelle elementari con 652 alunni e 44 insegnanti, 17 alle medie con 310 alunni e 19 insegnanti ed infine 16 nelle superiori con 270 studenti e 7 docenti. L’Ats Insubria si dice molto impegnata a tracciare le varianti già riscontrate nel Varesotto, ad esempio a Viggiù, ma anche nel Milanese e nel Bresciano. Detto che ormai la variante inglese rappresenta il 34% del Covid in circolazione e in Lombardia a fine febbraio raggiungerà tra il 60% e il 70% del virus presente. La strada per l’autorità sanitaria è sequenziare, ma l’unico laboratorio di riferimento per il territorio è a Varese e per un solo campione ci vogliono tra le 48 e le 72 ore di lavoro.

Un altro brutto segnale è che l’Ats conferma dei casi di reinfezione nel Comasco. Non con polmoniti o sintomi gravi, ma in soggetti che hanno di nuovo in corpo il virus nonostante avessero incontrato la malattia almeno tre mesi fa e potrebbero dunque trasmetterlo ancora.

Nel frattempo ieri il bollettino regionale riporta 2.540 nuovi contagi in Lombardia a fronte di 42mila tamponi analizzati, di cui 12mila rapidi. Il tasso di positività fa un balzo in avanti. Davanti ai 142 contagi tracciati nel Comasco c’è Milano (+773) in aumento come Brescia (+559) dove da settimane l’andamento è davvero preoccupante. Salgono i contagi anche a Bergamo (+238), nonostante l’immunità sviluppato dopo la prima tragica ondata. Alti i numeri anche a Varese (+209) e Mantova (+121). Cresce anche il numero dei decessi rispetto all’ultima settimana, 55, di cui tre a Como. Così la nostra provincia dall’inizio della pandemia piange 1.722 vittime per Covid. Negli ospedali lombardi la pressione è in lieve flessione, a Como è stabile, 181 pazienti positivi nell’Asst Lariana di cui 143 al Sant’Anna con 9 casi in rianimazione.

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