Troppi positivi, è caos nel Comasco
Nessuno li chiama per tracciare i contagi

Molti segnalano che il sistema ormai è in tilt. Ats non si fa viva, si avvisano in autonomia gli amici. Per di più possono fare il tampone solo a pagamento

Sempre più spesso chi ha avuto contatti con una persona positiva non viene contattato dall’Ats (ex Asl). Quindi non si mette in quarantena, a meno che non venga avvisato direttamente dalla persona contagiata.

Le segnalazioni in questo senso sono numerose e certificano, anche sul nostro territorio, il flop del cosiddetto “tracciamento”. Chi risulta positivo al tampone in molti casi non riceve indicazioni dall’Ats, nessuno insomma chiede all’interessato l’elenco dei conviventi e dei contatti recenti. Gli stessi medici di famiglia iniziano a notare falle e mancanze nella catena del “contact tracing”.

I centralini non rispondono

Uno dei tanti casi segnalati in queste ore: una compagnia di ragazzi ha deciso, in autonomia, di isolarsi a casa, dopo una cena in compagnia, perché uno dei convitati è risultato positivo al tampone. Inutile chiamare l’Ats, raccontano i ragazzi: centralini risultano sempre occupati. Nessuno risponde e nessuno chiama per verificare e controllare.

Per i contatti stretti asintomatici dai centralini della Regione dicono di fare riferimento ai medici. C’è chi chiama anche l’Asst Lariana, ma non bisogna rivolgersi direttamente all’ospedale.

Tempi lunghi e disagi

Per “contatto” s’intende una persona esposta ad un probabile o comprovato caso Covid in un lasso di tempo che va dalle 48 ore prima dell’insorgenza dei sintomi fino a due settimane dopo o fino al momento della diagnosi e dell’isolamento. Senza sintomi l’arco di tempo va da 48 ore prima della raccolta del campione che ha portato alla conferma e fino a 14 giorni dopo o fino alla diagnosi e all’isolamento. Ma ci sono persone che, non riuscendo a fissare in tempi rapidi un appuntamento per il tampone, sono state costrette a rivolgersi ai laboratori privati, pagando per il tampone.

Anche alcuni genitori raccontano che i tracciamenti stanno saltando, per una progressiva lentezza del sistema. Una volta i test erano veloci, dopo l’autopresentazione il risultato arrivava entro sera. Adesso ci vogliono giorni e salvo evidenti sintomi gli alunni nel frattempo vanno regolarmente a scuola e in giro.

La quarantena e il contact tracing insomma diventano misure messe in atto in autonomia, come gesto di responsabilità. Tanti, come accennato, non ricevendo istruzioni vanno a fare il tampone e pagano tra 70 e 120 euro. Da Synlab a Como sono segnalate attese fino a fine mese per fare il test.

I numeri d’altra parte sono aumentati al punto tale, in provincia di Como, da rendere difficilissimo il tracciamento, anche se viene da chiedersi perché nei mesi della relativa tregua non sia stato potenziato il personale addetto a queste specifiche mansioni.

In una settimana sul territorio lariano vengono effettuati 6500 tamponi dai soli enti pubblici. Negli ultimi dieci giorni sono stati individuati 900 positivi.

Sono 900 persone che hanno avuto dei contatti, tutti da rintracciare e da chiamare.

Il problema d’altra parte non sta toccando soltanto Como, ma mezza Lombardia. Il tracciamento dei contatti è di fatto saltato anche a Milano.n 

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