Un caso di scabbia al Setificio
«Avvisata l’Ats, non c’è allarme»

Como: il problema riguarda uno studente e c’è apprensione tra i genitori Il preside: «Tutto sotto controllo, seguo le indicazioni dell’azienda sanitaria»

Il caso di uno studente con scabbia ha creato preoccupazione tra gli studenti e i genitori del Setificio, soprattutto pensando a un’ipotetica diffusione della malattia.

Ma il preside Roberto Peverelli tranquillizza la popolazione della scuola, sottolineando come si sia applicato il protocollo ufficiale inviato dall’Ats Insubria (ex Asl): ««La situazione è sotto controllo».

«Si è trattato di un caso isolato – aggiunge il dirigente – In questi casi si fa ciò che l’azienda sanitaria indica, adottando le misure adeguate per evitare ipotetici episodi di contagio». È bene sottolineare come non sia stata prevista la disinfestazione degli ambienti o la profilassi. Fra le azioni da compiere, c’è la pulizia accurata - così da metterli in sicurezza - degli ambienti e delle classi in cui si trovava la persona.

La scabbia è una infestazione contagiosa della pelle, causata dalla presenza di un acaro che s’insinua sotto pelle. I sintomi più comuni sono un intenso prurito e manifestazioni cutanee simili a brufoli.

«Non sono previste misure particolari da adottare – continua Peverelli –. Non ha un alto tasso d’infettività e si trasmette, infatti, quasi esclusivamente con il contatto diretto della pelle sulla pelle».

Appena diffusa la notizia fra gli studenti e i genitori, è facile immaginare la preoccupazione per un possibile contagio, poiché le condizioni ideali di diffusione sono quelle con un numero elevato di persone e dove il contatto corpo a corpo è più frequente. Da questo punto di vista, però, si parla di contatto prolungato, dai tre ai cinque minuti; una rapida stretta di mano o un abbraccio, insomma, di solito non diffonde la malattia.

Se una persona non ha mai avuto prima la scabbia, i sintomi possono richiedere fino a quattro o sei settimane prima di manifestarsi. I compagni di classe sono soggetti a una forma di sorveglianza passiva. Significa che i nomi e i cognomi sono noti all’azienda sanitaria.

«Non sono previste misure particolari – conclude il preside della scuola di via Castelnuovo – Abbiamo adottato il protocollo inviatoci dall’azienda sanitaria. La situazione è sotto controllo e non c’è nessun problema particolare».n 

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