Vaccini e richiami, rebus vacanze
La seconda dose nel periodo delle ferie

La seconda dose rischia di cadere nel periodo delle ferie: come spostarla? E che rischi si corrono? In alcune località di villeggiatura si offrono le somministrazioni: «Facciamolo anche qui, ma prima gli operatori»

D’accordo il vaccino, e pure il richiamo: ma le ferie? La (benvenuta) accelerazione del calendario vaccinale porta milioni di italiani a prenotare alla vigilia dell’estate. E se per la prima dose c’è un margine di discrezionalità, la seconda la fissano più o meno d’ufficio i sanitari. E se io in quel momento sono a Viserbella? Salto il richiamo? Lo rimando? Con quali rischi? E se posticipo anche la prima dose? O farlo in vacanza?

Sin dall’apertura dei grandi hub uno dei commenti più frequenti dei comaschi era la possibilità di spostare la data del richiamo per non dover tornare dalle vacanze già prenotate. Una richiesta che inizialmente veniva avanzata con un filo di vergogna, perché è certo più importante la salute personale e quella pubblica. Poi però la domanda ha preso piede, tanto che diverse località turistiche si stanno attrezzando per fare le seconde dosi ai villeggianti senza costringerli a rientrare a casa.

Fanno sul serio ad esempio i sindaci di Courmayeur e Forte dei Marmi. Le Regioni hanno intenzione di avanzare la richiesta al generale Figliuolo. Operativamente non è facile, la macchina degli appuntamenti e degli hub non deve incepparsi. L’ipotesi però è caldeggiata anche dai vertici lombardi: «Sia data possibilità di vaccinarsi a chi si sposta in vacanza» ha detto la vice presidente della Regione Letizia Moratti. Non ci sono particolari preclusioni dal ministero della Salute, non in questo momento dove si intravede la possibilità di estendere le vaccinazioni, indipendentemente da età e fragilità, anche sui luoghi di lavoro. A Como comunque c’è già chi, facendo il calcolo del giorno dell’appuntamento per il richiamo, prova a riprogrammare la vaccinazione e ci riesce. Non si può, sia chiaro, spostare la vaccinazione. Ma gli operatori del call center suggeriscono a chi non vuole spezzare le vacanze di disdire l’appuntamento attraverso il portale e prenotare di nuovo. Così da “pilotare” il richiamo in un periodo più favorevole.

E invece offrire il vaccino ai turisti (anche se la maggior parte sono stranieri) che scelgono Como per le ferie? «Io spero che, risolto il nodo delle forniture, con una maggiore disponibilità di vaccini ci si possa provare – dice Andrea Camesasca, vice presidente degli albergatori comaschi – Sia chiaro, viene prima la salute pubblica. Era importantissimo difendere prima le persone più a rischio, gli anziani e i fragili. Poi però è giusto rilanciare con ottimismo. Il turismo ha bisogno di tornare a vivere. Il green pass, il certificato vaccinale e perché no le seconde dosi dei richiami organizzati nel luogo delle vacanze possono aiutare».

Gli alberghi vogliono vaccinare il loro personale, ma potrebbero anche vaccinare i turisti. «Confido che il prossimo passo sia fare partire la campagna vaccinale nelle imprese – dice Camesasca - anche quelle ricettive e alberghiere, noi siamo pronti». «Prima anziani, fragili e residenti – dice l’assessore al turismo di Como Livia Cioffi – poi però se c’è modo di vaccinare anche qui i turisti benvenga. È un aiuto al nostro comparto turistico. E credo che la Lombardia sia all’altezza».

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