Valmorea: si rivolge allo scrivano
«Mi serviva una bella lettera corretta»

Daniele Piscitello ha usufruito del servizio offerto a Mendrisio, oltre confine. «Volevo ringraziare l’ospedale Beata Vergine, ma non ero soddisfatto della mia bozza»

«Sono del 1969, di un’altra generazione rispetto a quella che usa tanto scrivere sul telefonino, e mi piace scrivere le lettere a mano, così mi sono rivolto allo scrivano della biblioteca la Filanda di Mendrisio.

Avevo già scritto la bozza della lettera per ringraziare l’ospedale Beata Vergine di Mendrisio, che mi ha curato per più di un anno, per un infortunio sul lavoro alla mano destra, ma volevo che fosse corretta». Daniele Piscitello racconta così la sua esperienza di cliente del servizio gratuito di “scrivano” offerto da Antoine Casabianca alla biblioteca la Filanda di Mendrisio, che frequenta pur abitando a Valmorea.

Il racconto

«Rivolgermi ad Antoine è stato un caso - precisa Piscitello - Io frequento la Filanda su consiglio della mia ergoterapista, è un posto speciale. Lì c’era il servizio dello scrivano e io avevo bisogno che qualcuno mi sistemasse la grammatica per mettere la lettera in bella. Così mi sono affidato a lui e lo ringrazio. Del resto, scrivere mi piace molto ed è una abitudine che non ho mai perso, per questo ho voluto scrivere a mano all’ospedale - aggiunge Piscitello - Tempo fa ho riordinato casa mia e ho trovato vecchie cartoline e lettere, sarebbe bello riceverne ancora. Dopo averla corretta con Antoine, ho spedito la lettera all’ospedale e voglio ringraziare anche il chirurgo Alain Thebaud e la sua segretaria Silvia, le ergoterapiste Renata ed Emanuela. Con loro si è creato un ottimo rapporto e ci siamo spesso scambiati pareri anche sui libri, che io amo leggere da sempre».

L’amore per la lettura ha portato Daniele a citare nella lettera anche Dostoevsky.

«Ho voluto mettere la frase “la bellezza salverà il mondo” perché in un anno e mezzo di terapie ho incontrato persone speciali che me l’hanno ricordata».

Per Piscitello la Filanda è «un tempio, mi sono tesserato e sono quasi due mesi che la frequento e ringrazio per il servizio che offre. Leggendo le iniziative ho visto, oltre allo scrivano, anche e un corso gratuito per imparare a scrivere e che frequenterò. Lì c’è perfino un bar dove ognuno si serve da solo e poi lascia in una cassettina i soldi corrispondenti a quello che ha consumato. Si paga sulla fiducia. In Italia non sarebbe possibile».

Poi lo sfogo

«Lavoro da 25 anni in Svizzera e, con rammarico - continua Piscitello - devo dire che mi sono trovato meglio con gli svizzeri che con i connazionali che ora, complice la mancanza di lavoro in Italia, sgomitano per lavorare in Svizzera e spesso non si comportano molto bene con gli altri colleghi italiani. Quando mi sono infortunato, lavoravo alle presse di una azienda di gomma a Mendrisio, ora sono ancora a casa per l’infortunio perché sono in fase di riqualifica e reinserimento lavorativo, ma sono molto seguito nel mio recupero grazie ad Andrea Rocchetto della Suva (azienda Svizzera di diritto pubblico che assicura le persone, nda) e Simone Rampazzi della IA, assicurazione invalidi».

Tra i primi clienti dello scrivano di Mendrisio, Piscitello ha aperto la strada verso una professione d’altri tempi, ma ancora necessaria.

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