Via Moro, il posteggio rimane un bivacco
La protesta: «Nessuno interviene»

Venti giorni fa l’aggressione alla donna che aveva offerto un panino a un cittadino straniero - I residenti: «Da allora la situazione è solo peggiorata»

Como

«Migliorata? Direi di no... La situazione è sempre la stessa, anzi: forse è anche peggiore».

Basta un quarto d’ora di osservazione per rendersi conto che nell’area di sosta ex Agip di via Moro, di pertinenza del complesso che comprende anche l’area di piazza della Tessitrice, non è cambiato nulla nonostante segnalazioni ed esposti.

Ancora ieri, come il giorno prima e come quello prima ancora, l’ex parcheggio era stabilmente occupato da frotte di stranieri senza dimora, alla sagra dell’assembramento, violazione nella violazione, nel disinteresse generale. Non da parte delle forze dell’ordine - che transitano, fermano, identificano e, nel caso, disperdono (dieci minuti dopo è tutto come prima, ma tant’è): no, il disinteresse è di chi in questi anni (l’amministrazione?) avrebbe dovuto fermare la metamorfosi di questo spicchio di città, di questo asse malandato che da San Francesco si estende lungo le vie Mentana e Sirtori, quindi nella zona della stazione di Borghi, in via Moro e su, ancora, fino ai giardini di via Anzani, e invece non ha fatto niente.

Un disastro. Decine e decine di senza fissa dimora con i loro stracci, i loro sacchetti, le loro masserizie trascinate avanti e indietro, indietro e avanti, per non dire dello spaccio, che ormai è prassi.

«Non tutti sono pericolosi - dice un esercente che, al pari degli altri chiede di non finire sul giornale - Anzi: per fortuna la maggior parte è gente pacifica, ma chi può dirlo. Il tentativo di violenza, come sappiamo, c’è stato». Il riferimento è all’episodio di una ventina di giorni fa, quando uno straniero irregolare usò violenza nei confronti della donna che poco prima gli aveva offerto un panino fuori dal supermercato. «E dire che basterebbe poco», aggiungono altri, ancora meno di quel che costerebbe realizzare il proverbiale dormitorio: «Basterebbe riaprire il posteggio», quello dietro al distributore Agip. Il quadro della situazione è questo: il 31 agosto scadeva il contratto di locazione stipulato con Eni, il Comune, proprietario, avrebbe dovuto provvedere a un nuovo bando di cui fino a una ventina di giorni fa non c’era traccia (ieri e l’altroieri, per la verità, non è stato possibile verificare se nel frattempo qualcosa si sia mosso).

La riapertura del parcheggio - che è sia a raso che interrato - sarebbe utile per due motivi: intanto perché tutti quelli che hanno dovuto rinunciare al posto auto (residenti, sì, ma anche tanti lavoratori, impiegati, professionisti) potrebbero riaverlo riprendendo a versare soldi nelle casse del Comune, per il quale in questo momento la chiusura è fonte di mancato guadagno.

E poi perché con le auto i bivacchi sparirebbero, e con essi anche la sensazione diffusa di insicurezza. L’area, lo ricordiamo, fu al centro di un importante intervento di rigenerazione urbana al principio degli anni Novanta, quando posteggi e palazzine furono costruite sulle ceneri dell’ex macello. Se dopo 30 anni la “rigenerazione” si è già esaurita tanto valeva lasciar perdere, qui come altrove.

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