Via per San Fermo
Comaschi beffati
Non lavora nessuno

Da mercoledì non si sono più visti operai nella zona della frana di un terreno privato avvenuta 40 giorni fa. Alto rischio di contenzioso tra il Comune e i proprietari

È rimasto un grosso cassone verde e null’altro del cantiere per la messa in sicurezza del versante di via Per San Fermo a causa di uno smottamento che ha determinato la chiusura della strada.

Martedì è stato l’ultimo giorno in cui sulla Garibaldina si sono visti gli operai al lavoro per conto del privato proprietario del terreno da cui si è staccato il movimento franoso a cui ne sono seguiti altri di dimensioni molto più contenute, poi più nulla. La sensazione, anche se per ora non confermata da atti ufficiali, è che la vicenda possa a breve sfociare in un contenzioso legale tra il Comune il privato.

La frana risale allo scorso 18 dicembre e, quasi quaranta giorni dopo, la fine dell’incubo per migliaia di comaschi costretti a giri più lunghi e più complicati su viabilità alternativa non in grado di reggere la stessa mole di traffico, anziché acquisire qualche certezza si trasforma in un punto di domanda. Dopo una primissima sistemazione degli alberi nei giorni successivi alla frana, nessun intervento durante l’intero periodo natalizio con l’avvio effettivo dei lavori con la presenza dei rocciatori il 13 gennaio scorso.

Il tempo passa

Il tempo passa, infatti, e una strada del calibro di via Per San Fermo a Palazzo Cernezzi viene considerata alla stregua di un servizio pubblico anche perché, se le due alternative (via Cardano e la Valfresca) dovessero, per qualsiasi ragione, avere qualche problema, la situazione viabilistica già molto difficile diventerebbe insostenibile. Il privato proprietario dell’area, in ogni caso, ora dovrà fornire spiegazioni all’amministrazione comunale non solo sullo stop ai lavori, ma anche sulla fase due dell’intervento prevista inizialmente, cioé la posa di una maxi rete a protezione del versante e a tutela di chi percorre la Garibaldina. Da Palazzo Cernezzi non arrivano informazioni a riguardo, se non che come da prassi in questi casi, verrà richiesta l’applicazione dell’articolo 31 del codice della strada che prevede espressamente che «i proprietari devono mantenere le ripe dei fondi laterali alle strade, sia a valle che a monte delle medesime, in stato tale da impedire franamenti o cedimenti del corpo stradale, ivi comprese le opere di sostegno, lo scoscendimento del terreno, l’ingombro delle pertinenze e della sede stradale in modo da prevenire la caduta di massi o di altro materiale sulla strada. Devono altresì realizzare, ove occorrono, le necessarie opere di mantenimento ed evitare di eseguire interventi che possono causare i predetti eventi». Previsti, per chi non si occupa della manutenzione e causa quindi danni, una sanzione amministrativa (fino a 680 euro) e, soprattutto, «il ripristino, a proprie spese, dello stato dei luoghi».

L’intervento del Comune

Qualora il privato non dovesse intervenire in tempi ristretti e previsti dall’amministrazione (che a questo punto, è probabile, fisserà una serie di paletti) toccherà al Comune effettuare gli interventi minimi per consentire la riapertura della strada e, successivamente, addebitarli al proprietario del terreno. n 

© RIPRODUZIONE RISERVATA