Viale Geno, Comune bocciato
«Un bando privo di logica»

I giudici del Consiglio di Stato contro il testo della gara - Questione tesserati: il Tar aveva respinto un ricorso della Como Nuoto

Torni a rileggere le sentenze dl giudici amministrativi sull’ingarbugliato pasticcio ordito da Palazzo Cernezzi, in merito alla gara per l’affidamento della piscina di viale Geno, e scopri che già il Consiglio di Stato aveva bollato come «privo di logica» il testo del bando e, soprattutto, l’interpretazione postuma data dal Comune.

Non solo, ma dagli atti emerge anche come il Tar aveva rigettato un precedente ricorso di Como Nuoto sulle asserite irregolarità nelle indicazioni sui tesserati da parte della Pallanuoto Como (ovvero il motivo per cui quest’ultima è decaduta dall’aggiudicazione), ma basandosi su elementi all’epoca «generici» e quindi non sufficienti a far esprimere sul punto il Tribunale.

Il pasticcio

Ma andiamo con ordine. Il testo del bando. Come più volte abbiamo avuto modo di sottolineare, inanella due scivoloni in un’unica frase, laddove per assegnare i punti relativi al numero di tesserati si legge che questo è «riferito alla media del triennio» dei suddetti tesserati «che svolgono attività agonistica nell’ambito degli sport acquatici e natatori». Un passaggio eccessivamente generico, tradotto dalla commissione di gara in questo modo: per triennio si intende la stagione di iscrizione alla Federazione Nuoto (ottobre-settembre) e per atleti che «svolgono attività agonistica» si intende la categoria dei «tesserati agonisti».

Sul primo punto il Consiglio di Stato aveva clamorosamente bocciato l’interpretazione del Comune. Di più, aveva anche avuto modo di sottolineare come «l’aver preso in considerazione una presunta ratio insita nella legge di gara che intende i riferimenti agli anni non come anni solari, ma come periodi annuali di tesseramento, è priva di logica». Quel testo non poteva che avere un’interpretazione «letterale» non essendoci spunto alcuno «per una ricostruzione come quella operata dalla commissione di gara».

La questione tesserati

Il Tar ebbe modo anche di valutare la presentazione, da parte della Pallanuoto Como, «per aver fornito formazioni fuorviati alla commissione» ovvero per aver indicato come atleti agonisti tesserati che erano invece compresi in altre categorie, escluse - a norma della Federazione Nuoto - dall’agonismo. I giudici respinsero il ricorso della Como Nuoto sostenendo che si trattava di «una doglianza generica». Non solo, il Tar aggiunse anche come «l’esclusione può essere disposta per evidenti violazioni e non per una presunta e generica attitudine della documentazione prodotta dal partecipante ad influire negativamente sul processo decisionale».

Eravamo nell’aprile 2019. Un anno dopo sono emersi nuovi documenti in cui venivano elencati anche il nome degli atleti che, seppur indicati come agonisti, tali non sono. L’avvocato della Pallanuoto Como è convinto comunque di vincere il suo ricorso al Tar. Forte anche di quel pronunciamento. Ma nel frattempo le acque si sono mosse, e di elementi nuovi e meno generici ne sono emersi. Eppure, alla luce di un bando che finora ha prodotto solo confusione, mai dire mai.

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