Alla faccia(ta) dello sconto
Caos bonus facciate:
niente cantieri

Ancora non chiarite dall’Agenzia delle Entrate tutte le regole per godere delle agevolazioni fiscali. Il nodo dell’interpretazione degli strumenti urbanistici, ambiguo anche il requisito della “visibilità” pubblica

Bonus facciate, arrivano i chiarimenti: ovvero, cresce la confusione. Il risultato? Uno stallo nel settore delle riqualifiche, che preoccupa un settore come quello dell’edilizia, già provato dalla crisi, nelle nostre province.

Le differenze

In effetti, l’Agenzia delle Entrate ha illustrato meglio la nuova misura della legge di bilancio. L’agevolazione è una «detrazione d’imposta, da ripartire in 10 quote annuali costanti, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 per interventi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone». Quali sono gli interventi ammessi? Quelli sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi. Ma puntuale è arrivato il nodo: la Lombardia è tra le Regioni che hanno Comuni senza più quelle definizioni zona A, B e C. Insomma i termini diversi negli strumenti urbanistici non sono proprio la via maestra all’applicazione.

«In effetti – spiega Antonio Moglia, funzionario di Ance Como che sta seguendo l’evoluzione di questa intricata materia – la circolare ha chiarito le aree di appartenenza, il problema è chiedere ai Comuni come applicheranno quei criteri di A e B: il confronto tra definizioni sembra macchinoso e gli enti locali potrebbero essere subissati da richieste di informazioni». Il che rallenterebbe ulteriormente la partenza di un intervento che può essere interessante sia per il decoro sia per i bilanci delle aziende.

Non mancano altre curiosità: «È stato chiarito – osserva Moglia – che il bonus vale solo per le facciate visibili da luogo pubblico. Ci sono condomini di Como che hanno facciate intere sul cortile. Eppure se sali al Baradello si possono vedere. Un po’ come accade a Roma». Aspetto condivisibile con Lecco e Sondrio.

Lavori che vanno avanti ci sono: sono quelli più ingenti, con la cessione del credito.

Ma per gli artigiani delle tre province la musica è tetra: «Tutto è fermo – spiega Virgilio Fagioli, presidente di Confartigianato Costruzioni Lombardia – Prima c’era la confusione tra nuovo bonus facciate e bonus delle riqualifiche energetiche. Con l’uscita dell’Agenzia delle Entrate qualche indirizzo in più ce l’abbiamo. Ad esempio che sono compresi balconi e pluviali, se esegui la verniciatura. Ma è vero, il problema è che le citate zone A e B hanno cambiato nome nella nostra regione. Diventa difficilissimo individuare quali sono nei diversi Comuni. Si va a sensazioni, non c’è mai niente di sicuro».

Il treno che passa

La conseguenza: «In attesa di capire, si è bloccato tutto sulle ristrutturazioni che riguarda l’esterno e l’aspetto energetico. Si va avanti solo con i lavori interni».

Paolo Cavallier, direttore di Ance Lecco e Sondrio, conferma: «L’incentivo sulle facciate ha un’enorme potenzialità, tutto il pacchetto dei bonus è interessante, ma è necessario avere delle certezze in più». L’ecobonus ancora di più è decisivo e le associazioni hanno agito in questi anni per farlo capire ai contribuenti: si interviene in profondità, migliorando la qualità energetica e quindi alleviando sull’ambiente. «Infatti lo portiamo sempre più a conoscenza dei territori – prosegue Cavallier – perché molte persone ancora non comprendono la grande opportunità». Una questione culturale, in questo caso. Mentre il bonus facciate con la sua novità è proprio di difficile lettura. «Diciamo – conclude il direttore – che ecobonus e sismabonus sono un treno che va preso tempestivamente. Quello delle facciate bisogna ancora capire quando passa».

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