«Aumenta tutto
Ma non freniamo
gli investimenti»

Vittore Beretta a capo della Fratelli Beretta, gruppo dei salumi nato a Barzanò con 2.600 dipendenti: «Il contesto costringe ad analizzare ogni centro di costo»

«Tutto ciò che attraversa il commercio internazionale sta subendo fortissimi incrementi di prezzo, dalle carni alle granaglie, ai mangimi, ai laminati, agli imballaggi. Per non dire dei macchinari, della manutenzione, della logistica, dei trasporti e dell’energia. Sembra sia in atto una sorta di “vendetta” del mondo industriale e commerciale contro il fermo che c’era stato per la pandemia. E si sa che la ripresa fa aumentare i prezzi».

Lo afferma Vittore Beretta, a capo della “Fratelli Beretta”, nata a Barzanò e con quartier generale a Trezzo sull’Adda che da oltre due secoli produce salumi per un mercato ora sparso in 72 Paesi nel mondo, con circa 2.600 dipendenti, un fatturato consolidato che supera il miliardo di dollari e 26 stabilimenti fra Italia, Cina e Usa a cui sta per aggiungersene un altro di nuova costruzione in New Jersey dove già sono attivi altri due plant produttivi.

Tensione commerciale

Beretta aggiunge che «questa situazione di massima tensione commerciale sfocerà in un ulteriore forte aumento di inflazione», ma in proposito si dice relativamente preoccupato in quanto, «come si è visto anche nei periodi peggiori della pandemia, l’alimentare presenta uno schema di consumo piuttosto rigido ed è uno degli ultimi settori ad essere toccato dai tagli di spesa da parte delle famiglie».

Il gruppo vende salumi e piatti freschi attraverso la grande distribuzione e in parte anche attraverso i discount: «È un luogo comune – precisa Beretta – ritenere che nei discount ci sia solo la bassa qualità. Ci sono tre diverse fasce qualitative considerate dai discount, ai quali noi serviamo senz’altro prodotti di qualità».

Il business del gruppo, aggiunge l’imprenditore, sta andando bene, i fatturati sono in crescita e gli investimenti, così come le nuove assunzioni, non sono mai stati sospesi nei periodi peggiori della pandemia. In Italia, mercato maturo, la crescita è contenuta, ma «è molto significativa in Europa, dove abbiamo preso nuove quote di export, e va molto bene negli Usa e in Cina, dove abbiamo produzioni dedicate ai mercati locali».

Ma il momento in senso commerciale è difficile e si gioca in gran parte sul rapporto con una Gdo che per contenere i prezzi sullo scaffale cercando comunque di salvare i suoi margini di certo fa le sue battaglie sui prezzi con i fornitori. «Invece – aggiunge in proposito Beretta – per quanto ci riguarda continuiamo ad avere un buon rapporto con la Gdo, con i discount e con i gruppi d’acquisto. Qualche insegna della grande distribuzione a fini promozionali era uscita con una grande campagna sull’impegno a non alzare i prezzi, ma in realtà la situazione generale (anche internazionale) è talmente complessa e compromessa che questa posizione sarà difficilmente sostenibile».

Una battaglia

L’aumento dei prezzi è una battaglia che impegna tutte le imprese e secondo Beretta c’è anche il lato positivo, perché «sembrerà paradossale – conclude l’imprenditore - ma quello che sta accadendo è anche un bene per tutte le filiere produttive, che oltre a cercare di resistere, sono spinte a cercare al massimo nelle pieghe dei loro bilanci per cercare di razionalizzare. Questo, ne sono certo, è anche il momento giusto per mettere in ordine tanti aspetti della gestione e verificare a fondo ogni costo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA