Dugin e Salvini a Mosca. Gli arredi della tv realizzati in Brianza

Made in Como Le poltrone dell’intervista del 2016 sono state prodotte dalla Mascheroni di Cabiate. «Spiace vederle in un contesto così drammatico»

Dai palazzi del potere agli studi televisivi, l’arredo made in Cabiate arriva in tutto il mondo. E sempre più spesso si intreccia con i grandi avvenimenti della politica internazionale. Le poltrone prodotte dall’azienda Mascheroni arredano gli studi della televisione russa Tsargrad Tv e, in queste ore, le loro immagini stanno facendo il giro del web: proprio su quelle sedute, infatti, nel 2016 il segretario della Lega Matteo Salvini fu intervistato da Aleksandr Dugin, filosofo, sostenitore di Putin, caporedattore di Tsargrad Tv e padre di Darya Dughina, uccisa in un attentato pochi giorni fa.

È solo uno dei tanti esempi di clienti internazionali di Mascheroni, dal palazzo del presidente ucraino Zelensky allo studio dell’imprenditore francese Arnault. «È stata una sorpresa ritrovare le nostro poltrone nello studio televisivo perché molto spesso non conosciamo la destinazione finale dell’ordine» spiega Silvio Mascheroni, figlio del fondatore Piero, responsabile della comunicazione e art director dell’azienda, che porta avanti la ditta insieme al fratello Gabriele e al cugino Sergio.

Gli scatti dell’intervista condotta da Dugin a Salvini rilanciati sui maggiori quotidiani nazionali e internazionali hanno permesso di riconoscere la poltrona Admiral Base quale seduta dei due personaggi. «In questa versione è in giallo: abbiamo spedito un ordine simile a fine estate del 2015» ricorda Mascheroni. «È una poltrona icona della scuola classica Mascheroni, con la sua lavorazione tradizionale in capitonnè su schienale e braccioli. La struttura portante è in legno massello, mentre il materiale di imbottitura è in gomma indeformabile» ne tratteggia le caratteristiche Mascheroni.

«Abbiamo scelto di non dimenticare questa scuola, mantenendo la collezione perché in questi prodotti si ritrova la libertà di creazione, la ricerca costante dei materiali più belli, la tradizione che manteniamo attraverso la scolarizzazione interna degli artigiani. È la somma di tutti questi valori che ci permette di realizzare manufatti che durano a lungo nel tempo e che rendono Mascheroni un marchio unico».

Un marchio che ha saputo raggiungere i vertici della società, firmando gli interni di palazzi reali, ambasciate, parlamenti, finanche uffici presidenziali dove si scrivono anche pagine di storia. E ritrovare il proprio arredo in queste stanze è per l’azienda un riconoscimento indiretto del valore del prodotto realizzato secondo il metro dell’eccellenza. «Non abbiamo una politica di marketing: gli ambasciatori per il nostro marchio sono i nostri prodotti, i nostri artigiani, quello che sanno fare con le loro mani».

Le emozioni

Certo, le emozioni sono contrastanti. «Un conto è stato vedere il Presidente della Repubblica Mattarella parlare, nella prima visita di Stato in Angola, attorniato dalle nostre sedute. Diverso vedere i nostri prodotti nel palazzo presidenziale di Kiev o negli studi della Tv russa. Sono emozioni contrastanti, una sensazione di dolce amaro, perché c’è la sorpresa di vedere i nostri prodotti in un ambiente importante, purtroppo, in un contesto drammatico».

Perché la guerra impatta anche sull’arredo. «Eravamo nel mercato russo e ucraino da circa 25 - 30 anni in maniera stabile: abbiamo sentito l’impatto del conflitto. E lo abbiamo toccato con mano al Salone del Mobile di quest’anno dove russi e ucraini erano completamente assenti. Ma il colpo non è solo dal punto di vista dei rapporti sul mercato, ma anche da quello delle relazioni umane che per noi sono altrettanto importanti: abbiamo sviluppato rapporti con pochi clienti a cui, però, siamo molto affezionati».

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