Forse è la volta Bonus
Facciate: passo avanti
da accordo con Anci

Protocollo di intesa tra associazioni e Comuni per semplificare la procedura sulla zona urbanistica. Resta incertezza sul requisito della visibilità pubblica

Ci sono passi avanti importanti sulla delicata questione relativa alla semplificazione delle procedure burocratiche per accedere al “bonus facciate”, ossia alla «detrazione d’imposta, da ripartire in dieci quote annuali costanti, pari al 90% delle spese sostenute nel 2020 per interventi, compresi quelli di sola pulitura o tinteggiatura esterna, finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti ubicati in determinate zone».

I punti da chiarire

I punti da chiarire, come spiega Antonio Moglia, funzionario di Ance Como, sono essenzialmente due: capire in quale zona si trova l’immobile (hanno diritto al bonus quelli che si trovano nelle aree A e B) e comprendere se la detrazione del 90% vale solo per le facciate visibili dall’esterno (come sembra affermare la circolare dell’Agenzia delle Entrate) oppure anche per quelle che si affacciano su un cortile interno. Sul primo punto il chiarimento è vicino. I rappresentanti territoriali di Confartigianato Costruzioni, Virginio Fagioli, e di Cna Costruzioni, Pasquale Diodato, hanno infatti incontrato il presidente dell’Anci, l’Associazione dei Comuni, Mauro Guerra, sindaco del comune di Tremezzina.

Il vertice, spiegano i rappresentanti delle organizzazioni, è stato proficuo perché porterà alla definizione di un protocollo di intesa tra organizzazioni sindacali ed i Comuni per velocizzare le pratiche burocratiche. Di fatto, come spiegano Fagioli ed il segretario di Cna del Lario e della Brianza, Ivano Brambilla, «dove le zone A e B non sono già censite nel Pgt, il Comune, grazie alla mediazione delle associazioni di categoria, dovrà a richiesta rilasciare un’informazione sull’immobile definendo in tempi brevi in quale area si trova e di conseguenza se può godere del bonus».

La soluzione individuata vede quindi in primo piano le organizzazioni di rappresentanza con cui le imprese dovrebbero interfacciarsi per ottenere la documentazione topografica e le indicazioni territoriali degli ambiti in cui il “bonus facciate” è applicabile. Un sistema rapido che eviterà così alle imprese o ai privati di rivolgersi direttamente ad ogni amministrazione comunale ed attendere risposte che potrebbero giungere in ritardo, vista peraltro la scadenza fissata al 31 dicembre per la conclusione degli interventi di ripristino delle facciate.

In questo modo, sarà possibile rendere più agevole la fruizione di un incentivo importante che, secondo gli addetti ai lavori, costituisce un volano per il rilancio dell’edilizia. «Questa opportunità – dicono ancora i rappresentanti degli artigiani - è assolutamente da cogliere perché potrebbe essere uno stimolo per la ripresa dell’economia del territorio e del comparto edile che da un po’ di tempo si trova in sofferenza».

Le interpretazioni

Il coordinamento “Ristrutturare Como”, di cui fanno parte anche i rappresentanti dei costruttori, dei professionisti, dei proprietari di immobili e degli amministratori di condominio, sta facendo inoltre pressione sull’Agenzia delle Entrate per capire con chiarezza se effettivamente sono escluse dal bonus le facciate non visibili dall’esterno. «Se così fosse – conclude Moglia – in caso di una ristrutturazione in cui una facciata dello stabile fosse visibile e l’altra no, il bonus del 90% si otterrebbe solo su una parte del lavoro, mentre la parte restante godrebbe comunque della detrazione del 50% già presente: il cosiddetto bonus facciate è infatti un’appendice di un vantaggio che comunque già c’è, indipendentemente dall’area in cui si trova l’immobile e dal criterio legato alla visibilità dall’esterno».

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