Frontalieri, fiducia sulla proroga del telelavoro. E oggi si vota

Confine Puglia (Ocst): «Ci aspettiamo che si possa arriva a un’intesa per andare oltre la scadenza del 30 giugno». Intanto è slittato a oggi il voto in Senato per il definitivo via all’accordo fiscale dopo otto anni di dibattito

È atteso per questa mattina - contrariamente alle previsioni che lo vedevano calendarizzato ieri sera - l’ultimo e decisivo sul nuovo accordo tra Italia e Svizzera legato alla fiscalità dei frontalieri.

L’atteso punto dell’ordine del giorno, in calendario ieri, è stato aggiornato a questa mattina. Da oggi dunque i due rami del Parlamento metteranno la parola fine ad una questione di cui si parla ormai dal 2015, anche se non tutte le problematiche sono risolte.

Il riferimento diretto è al tema dello smart working per i frontalieri al momento prorogato sino al 30 giugno, nella misura del 40% del tempo di lavoro. «La richiesta è di poter dare stabilità al 40% anche dopo il 30 giugno, liberando inoltre le aziende dal rischio di stabile organizzazione - fa notare Andrea Puglia, responsabile frontalieri del sindacato Ocst - Come sindacati siamo fiduciosi che si procederà in questa direzione. Occorre però che il Governo italiano negozi con la Svizzera un nuovo accordo amichevole in tempi celeri». Di fatto c’è un mese di tempo per riallacciare i fili di un discorso che al momento un emendamento ad hoc del Governo ha blindato fino al termine del prossimo mese di giugno. Difficile oggi ipotizzare cosa accadrà. Non è escluso che possa palesarsi un nuovo periodo di limbo normativo per poi riaffrontare - aggiungendo il principio della retroattività - il discorso con la Svizzera, normando in via definitiva un provvedimento atteso e che nei rapporti tra Svizzera e Francia - ad esempio - è già stato normato. Sull’argomento ieri è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle con una nota del senatore Bruno Marton. «Ad un mese dalla scadenza della proroga provvisoria, il tema dello smart working per i lavoratori frontalieri torna in discussione al Senato insieme alle criticità legate all’assegno unico e universale. Attraverso un ordine del giorno chiederemo ancora una volta che il lavoro da remoto diventi strutturale per i numerosi lavoratori italiani assunti in Svizzera», si legge nella nota. Un altro tema sollevato dal senatore Marton è quello del «superamento degli ostacoli burocratici legati all’assegno unico e universale che non permettono a molte categorie di lavoratori di percepire la somma di cui hanno diritto».

La politica

Tornando allo smart working, il tema è sicuramente politico, ricordando le forti resistenze della Lega dei Ticinesi sulla stabilizzazione dell’accordo amichevole sul telelavoro tra Italia e Svizzera. Questa mattina, di sicuro, il Governo - dando il proprio parere agli ordini del giorno - traccerà le linee guida anche per il futuro, ricordando che i due Paesi attraverso l’iniziativa del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti hanno raggiunto attraverso una riunione operativa un accordo che ha sanato la situazione legata a questi primi mesi del 2023.

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