Infortuni sul lavoro. Nei primi sei mesi
l’aumento è del 47%

Il report Focus della Uil su dati Inail a livello regionale. In provincia di Como le denunce sono state 2.741 (+5%). In Lombardia 72 episodi mortali, uno nel Comasco

I numeri sono eloquenti e raccontano di un crescendo generalizzato degli infortuni sul lavoro. L’ultima conferma arriva dai dati Inail relativi al periodo gennaio-giugno 2022, elaborati dalla Uil lombarda in un focus dedicato alla sicurezza.

A livello regionale le denunce sono state 73.918 con un aumento del 47,60% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’aumento è stato registrato sia per i casi di infortunio in occasione di lavoro (+49,34%) sia per gli infortuni in itinere (+35,70%) cioè quelli avvenuti durante lo spostamento casa-luogo di lavoro.

Il confronto

Gli infortuni sono aumentati del 44,60% nella gestione Industria e servizi, del 75,44% nella gestione Conto Stato e del 7,05% nella gestione Agricoltura. Nella gestione Industria e Servizi l’aumento ha riguardato in maggior misura gli infortuni accaduti in occasione di lavoro (+46,11%) mentre sono in aumento ma con una percentuale minore gli infortuni in itinere (+34,95%).

I settori Sanità e assistenza sociale (+191%), Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+1119%), Istruzione (+100%) e H Trasporto e magazzinaggio (+72%), hanno registrato un maggiore aumento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro rispetto agli altri settori.

Nel settore Costruzioni si evidenzia che l’aumento degli infortuni ha riguardato in misura maggiore i lavoratori stranieri (+48% rispetto a gennaio-giugno 2021).

Il maggior numero di infortuni è avvenuto nella provincia di Milano con 27.220 denunce presentate (+66,16% rispetto a giugno 2021), seguita da Brescia con 11.179 casi (+65,17%), Bergamo con 7.204 casi (+25,64%) e Monza e Brianza con 5.645 infortuni (+56,63%). In provincia di Como le denunce sono state 2.741, in questo caso l’aumento rispetto al primo semestre del 2021 è stato del 5,4%. L’aumento degli infortuni ha riguardato sia i lavoratori italiani (+50,13%) che i lavoratori stranieri (+38,47%).

Le donne

Dall’analisi del fenomeno infortunistico per genere emerge un aumento del numero di infortuni più evidente per la componente femminile (+75,35%), soprattutto per gli infortuni avvenuti “in occasione di lavoro” (+83,88%), mentre è più contenuto l’aumento degli infortuni avvenuti in “itinere” (+31,14%). Anche per la componente maschile si registra un generale aumento degli infortuni (+31,14%) ed in particolare per gli infortuni in “itinere” (+40,27%).

Le denunce di infortunio mortale presentate nel primo semestre in Lombardia sono state 72; si eguagliano, rispetto lo stesso periodo del 2021, sia gli eventi accaduti in occasione di lavoro (52), sia gli eventi avvenuti in itinere (20).

Nel Settore Costruzioni si riscontrano 11 eventi mortali (+3 rispetto a gennaio- giugno 2021). Si rimane in attesa della corretta attribuzione di 13 casi ancora in fase di valutazione.

Gli infortuni mortali sono accaduti nelle province di Milano (24, +5 rispetto a gennaio-giugno 2021), Monza e Brianza (4, +2), Sondrio (2, +1), Cremona (3, +1), Pavia (3, -4), Mantova (8, +6), Brescia (16 ,-5), Bergamo (6, -3) e Lodi (2, +2). In provincia di Como un incidente mortale, mentre lo scorso anno, nello stesso periodo, se ne contavano due.

La maggior parte degli eventi sono accaduti a lavoratori di genere maschile (64, -4) e a lavoratori di nazionalità italiana (57, -5). I lavoratori stranieri morti a causa del lavoro da inizio anno sono 15 (+5 rispetto a gennaio-giugno 2021).

«I dati evidenziano un’emergenza a livello lombardo ma anche in provincia di Como dove la crescita delle denunce è stata del 5,4% e gli eventi mortali sono passati da due a uno. Un calo, quest’ultimo, che non dà sollievo perché anche una sola vittima rappresenta una sconfitta per la nostra società».

Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario, sottolinea la necessità di alzare la guardia rispetto al tema della sicurezza sul lavoro. «Questi numeri - aggiunge - mettono in chiaro una volta di più quanto sia necessario rafforzare le azioni di prevenzione con una maggiore vigilanza nelle aziende, specialmente in quei settori dove si registra il rischio più alto, vale a dire le costruzioni e il manifatturiero. Accanto a questo però è tempo di avviare una grande battaglia sul piano culturale in materia di prevenzione che non può non iniziare nelle scuole. Vanno attivate sinergie che coinvolgano tutte le parti coinvolte a cominciare dalle istituzioni».

«Occorre da subito implementare ed efficientare l’utilizzo della risorse - dice Eloisa Dacquino, segretaria confederale Uil Lombardia - assumere personale dedicato alla prevenzione, al controllo, formare prima dell’avvio dell’attività lavorativa ed escludere dai bandi di gara quelle imprese che violano la normativa in tema di sicurezza e legalità sul lavoro».

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