Salone del Mobile
La comasca Maria Porro
è il nuovo presidente

Prima donna in 60 anni al vertice della prima manifestazione al mondo di arredo e design. «A settembre evento speciale, un segnale di ripartenza per tutto il Paese»

Maria Porro è stata eletta ieri presidente del Salone del Mobile Milano dal Cda di Federlegno arredo eventi. Già presidente di Assarredo, assume ora la guida della più importante manifestazione di design a livello internazionale che già conosce profondamente attraverso il suo lavoro. L’azienda di famiglia, la Porro di Montesolaro, è presente al Salone fin dalle prime edizioni.

Come ha accolto la candidatura e la nomina?

Sono grata della fiducia che ho ricevuto da gruppo di lavoro del Salone del mobile. Sono anche colpita per l’incarico e ne colgo tutta la responsabilità. Siamo in un momento di grandissima trasformazione per il Salone e per il comparto del mobile, in realtà si tratta di una profonda rigenerazione che coinvolge ogni settore in tutto il mondo.Affronto l’incarico con un grande rispetto per il valore di questa manifestazione che rappresenta il meglio del design italiano e internazionale. Spero di essere all’altezza di questo grandissimo patrimonio condiviso da tante realtà creative e produttive nei 59 anni di storia dell’evento. Come azienda di famiglia abbiamo partecipato fin dalla prima edizione del Salone e io ne ho memoria da quando ero bambina. Ricordo i preparativi, le novità e l’emozione che la partecipazione al Salone dava e dà tutt’ora. Condivido l’amore profondo per questo straordinario evento con i tanti colleghi imprenditori: è la settimana più faticosa e bella dell’anno.

Primo banco di prova nel suo nuovo ruolo è il SuperSalone, edizione anticipata, inedita ed eccentrica del Salone del mobile, qual è il senso di questa edizione autunnale e quale il ruolo in relazione con il Salone di aprile 2022?

Il SuperSalone è stato concepito e ha la sua ragion d’essere nella necessità di tenere accesa la fiamma del design e dell’arredo dopo un anno in cui l’edizione del Salone non si è potuta svolgere a causa della pandemia. Sarà un evento particolare: teso e concentrato nel mostrare al mondo il meglio del design, le novità che sono state sviluppate in questo periodo di forzato distanziamento e sarà possibile, finalmente, fare esperienza dal vivo degli oggetti esposti. Per questo SuperSalone si punta molto sulla qualità dell’evento e costituirà l’inizio di un cammino che ci porterà alla 60esima edizione del Salone del Mobile di Milano in aprile, per la quale le aziende sono già al lavoro nel preparare le nuove collezioni.

Il SuperSalone di settembre si è assunto il compito di sottolineare la ripartenza del Paese attraverso le novità ed eccellenze del comparto dell’arredo e design che conserva in Italia la creatività, il progetto, ma anche la produzione, è importante ricordarlo. Proprio per questo si tratta il nostro di un settore che ha il compito e il ruolo di dare un segnale di ripartenza che esonda dai limiti delle sue filiere per coinvolgere tutta l’Italia.

La fase di emergenza sanitaria, così lunga e penalizzante, ha però concorso a incrementare l’utilizzo dei canali digitali anche nel settore del mobile, cosa resterà di queste nuove competenze e abitudini di contatto?

Il Salone del mobile è un evento che si svolge in Fiera e deve tanto del suo successo proprio alla possibilità di incontrarsi tra produttori, designer, clienti, architetti, reti di vendita, Inoltre permette di fare esperienza “fisica” e diretta del design. Detto questo, va certamente curata una dimensione digitale del Salone che non sia solo una anticipazione delle collezioni e delle novità, ma che possa far perdurare la manifestazione per tutto l’anno. Di fatto la Fiera si sta arricchendo di uno strumento di comunicazione importante: si apre a una nuova dimensione le cui possibilità sono ancora da esplorare.

Per tutto il settore, reduci da una fase di transizione che ha accelerato i cambiamenti già in atto, si tratta ora di gestire nel tempo i nuovi canali digitali che si sono aperti per fare dell’esperienza della pandemia un patrimonio di conoscenze e sperimentazioni che possano rafforzare la costruzione di nuove relazioni e la diffusione del nostro design anche nel futuro.

Il digitale ha ampliato la possibilità di far conoscere ai clienti le nostre collezioni, ha mantenuto aperte le comunicazioni con paesi che ancora oggi non sono raggiungibili, tutto questo sarà in dialogo con l’esperienza, irrinunciabile e insostituibile, del Salone del mobile in presenza.

Riveste ora il doppio ruolo di presidente del Salone del mobile di Milano e di Assarredo, come concilierà i due incarichi?

Sì, ma il nostro è sempre un lavoro di squadra. Per quanto riguarda il Salone del mobile c’è un consiglio di amministrazione di imprenditori che rappresentano le principali categorie merceologiche presenti alla manifestazione. Si tratta di costruire l’evento insieme.

Lo stesso si può dire per il ruolo in Assarredo, dove Barbara Minetto è la vice presidente con la quale è suddiviso il lavoro, così come con il Cda, con cui ho condiviso la scelta di accettare l’elezione a presidente del Salone.

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