Strappo tra i tessili
Taborelli e i giovani
fuori dal consiglio

In Confindustria Como ribaltone nella governance della filiera con lo stop all’ipotesi di presidenza per il vice uscente. «Tempi e modalità inusuali, un intervento a gamba tesa»

In genere si tratta di un passaggio di consegne all’insegna della continuità. Ma le tradizioni sono fatte per non essere rispettate e così è andata venerdì sera con l’elezione del nuovo consiglio del gruppo tessile di Confindustria Como. L’esito della staffetta è stato un vero e proprio “ribaltone” nella governance della filiera con l’uscita dei quarantenni e il ritorno in sella della “vecchia guardia”.

Tempi e modi

Andrea Taborelli, presidente uscente a fine mandato e non ricandidabile, definisce «inusuale» quanto avvenuto e non nasconde sorpresa, amarezza e delusione per le modalità con le quali è stato affrontato il ricambio al vertice del gruppo. «D’intesa con i colleghi che mi hanno affiancato durante il mandato - dice Taborelli - avevamo chiesto a uno dei vice, Federico Colombo, ottenendone la disponibilità, di mettersi a disposizione per l’incarico di presidente, nell’ottica di portare avanti il lavoro svolto».

La tavola sembrava apparecchiata allo stesso modo del passato in omaggio all’etichetta confindustriale che in avvicendamenti di questo genere privilegia quasi sempre il valore della continuità attraverso la benedizione del numero due. Tutto fatto? In questo caso no: «Il giorno prima della riunione - continua Taborelli - lo stesso Colombo e un altro vice, Marco Taiana, sono stati informati dalla direzione dell’associazione che c’era un non precisato desiderio di discontinuità tra gli associati e che per questa ragione alla squadra uscente sarebbe stato consentito esprimere non più di sei consiglieri dei quindici previsti». Un’indicazione che ha spiazzato i due imprenditori e che per come è stata formulata non dava margini di mediazione. Una porta sbarrata, ovviamente, alla candidatura di Colombo ma anche un segnale preciso della necessità di una svolta. «Quello della direzione è stato un intervento a gamba tesa - continua Taborelli - sino a pochi minuti prima dell’assemblea c’è stato chi ha lavorato per raccogliere imprenditori disponibili ad entrare in consiglio, un comportamento legittimo ma che sorprende nei tempi con cui è stato attuato».

Lo strappo ha avuto puntuale ricaduta in occasione dell’assemblea, il giorno successivo. Colombo e gli altri imprenditori che hanno lavorato con Taborelli hanno deciso infatti di ritirare la propria candidatura ad entrare nel consiglio. Ad uscire, curiosamente, è un gruppo di quarantenni che qualche anno fa ha accettato la sfida di “svecchiare” l’associazione. Al loro posto alcune figure più mature, persone simbolo del distretto, la cui disponibilità ad impegnarsi in prima persona è intesa anche come frutto della svolta impressa a Confindustria da una presidenza di riconosciuto prestigio come quella di Aram Manoukian. Tra loro spicca un manager come Sergio Tamborini, ad del Gruppo Ratti. Ma anche un imprenditore come Alessandro Tessuto accanto ad altri imprenditori espressione di aziende di primo piano come ad esempio Saati, Achille Pinto, Lisa e Canepa.

I contenuti

Sulla vicenda, pare, pesano divergenze in particolare sul destino del Centro Serico. «Un confronto di merito non c’è stato e mi dispiace - dice Taborelli - la realtà è che negli ultimi anni, grazie al lavoro di Federico Colombo e Giorgio Penati, il Centro è stato risanato da una situazione prossima al dissesto». In bilico, a questo punto anche ComOn, fiore all’occhiello nel campo della formazione: «Negli ultimi anni - dice Taborelli - è stato organizzato con un settimo delle risorse previste all’inizio. Mi auguro che tanto lavoro non vada perduto».

Nel nuovo consiglio c’è una rappresentanza diretta di tutte le principali aziende del distretto. Una scelta non casuale, associata anche al carisma del presidente dell’associazione Aram Manoukian.

E se qualche tensione c’è stata, le diplomazie confindustriali stanno lavorando per sanare le incomprensioni. Non sarà un lavoro semplice, alcuni dei neoleletti - ma qui siamo nel campo dei rumors - potrebbero fare un passo indietro alla prima occasione utile a fronte delle polemiche registrate.

I 15 consiglieri eletti sono Sergio Tamborini (Ratti), Alessandro Tessuto (Clerici e Tessuto), Matteo Uliassi (Achille Pinto), Gianluca Brenna (Stamperia di Lipomo), Luigi Zoni (Tessitura Verga), Stefano Vitali (Tessitura F.lli Vitali), Alfondo Saibene (Canepa), Paolo Pagani (Lisa), Paolo Canonico (Saati), Francesco Boselli (Trendfil), Michele Cabrini (Tifas), Mario Cantaluppi (Successori Cattaneo), Federico Curti (Stamperia di Cassina Rizzardi), Giancarlo Girani (Girani), Matteo Valli (Iltep).

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