Ticino, lo stipendio medio
è di 5.905 euro
«In Svizzera sono pochi»

La retribuzioni in Canton Ticino sono le più basse della Confederazione

Se paragonati a quelli italiani, i 6306 franchi - vale a dire 5905 euro - di stipendio medio lordo in Ticino sembrano anzi sono un’enormità. Una dettagliata indagine pubblicata dalla sempre solerte Segreteria di Stato dell’Economia (Seco) ha però rivelato che il Canton Ticino, quanto a salari, è la Cenerentola (o quasi) dell’intera Svizzera, dove - scrive la Seco - «vi sono disparità evidenti tra regione e regione», tenendo conto che lo stipendio medio si attesta a quota 7624 franchi, ben 1318 in più rispetto al Ticino.

Discorso questo che riguarda da vicino anche i frontalieri, che peraltro hanno ricevuto in presa diretta i complimenti dal direttore dell’Unione Svizzera degli Imprenditori, Roland Muller, il quale ha fatto sapere che i lavoratori provenienti dall’Unione Europea “garantiscono maggiore flessibilità al mercato del lavoro svizzero” e - forse per rendere meglio l’idea - “è più probabile che lavorino di notte o di sera rispetto ai lavoratori svizzeri”. Queste parole di fatto rappresentano l’ennesima spallata al “Prima i nostri!” che l’Udc vorrebbe utilizzare quale cavallo di battaglia in vista della consultazione federale anti-frontalieri del prossimo 27 settembre, che ormai sembra perdere il proprio appeal verso gli elettori settimana dopo settimana. Tornando all’indagine targata Seco, un dato su tutti balza all’occhio: tra il 2002 ed il 2018, il salario medio è aumentato in quasi tutta la Svizzera dell’1,1 o dell’1,2%, mentre in Canton Ticino l’incremento si è attestato solo allo 0,8%.

Di sicuro, come ha rimarcato la Segreteria di Stato dell’Economia, il Ticino rappresenta un caso a sé, con i frontalieri - l’ultima percentuale li attesta al 28,5% della forza lavoro - che rappresentano “una fetta molto elevata del mercato del lavoro locale”. Ed è su questo punto che Lega dei Ticinesi e Udc proveranno, almeno in Ticino, a puntare per riacquistare consensi. Dal 2012 in poi, la quota dei frontalieri è aumentata di oltre il 5% e questo inevitabilmente ha portato anche ad un’impennata significativa dei ristorni, con Bellinzona che ha appena dato il proprio assenso a staccare un assegno all’Italia da 89,9 milioni di franchi. C’è però un importante campanello d’allarme, rappresentato dalla disoccupazione che in Canton Ticino e nella Svizzera romanda vede un tasso più elevato rispetto alle altre regioni. E nel “tema disoccupazione” sono inclusi anche i frontalieri, soprattutto se come riferimento si prende l’indice internazionale Ilo.

Un dato che potrebbe subire importanti ritocchi al rialzo alla luce dell’onda lunga legata all’emergenza sanitaria. La Segreteria di Stato dell’Economia ci ha tenuto però a precisare che “salari bassi non significano dumping salariale” cioè che i frontalieri non stanno sistematicamente sostituendo i lavoratori svizzeri. Anche questo è un messaggio importante in vista della tornata elettorale del 27 settembre.

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