Turismo sul lago di Como, mai così bene: +98% degli arrivi

Il bilancio Primi dati relativi alla Lombardia e attese anche migliori per l’area lariana che supera il 2019. Rasella: «Stagione super ma prospettive incerte, aspettiamo il nuovo governo per far fronte alle bollette»

Non c’è mai stata una stagione turistica come quella appena conclusa per il Lario. I dati relativi alla Lombardia per il periodo gennaio luglio 2022 restituiscono un andamento sia per gli arrivi, + 98%, che per le presenze, +102%, di gran lunga migliore dell’estate 2021, ma ancora, anche se di poco, inferiore al 2019.

Non si può dire lo stesso per il Lago di Como. La Navigazione Laghi questa estate ha staccato più biglietti di sempre ed è un primo indicatore sulle presenze e flussi turistici. Soprattutto le strutture di accoglienza e i ristoranti confermano: una serie di elementi hanno contribuito a un’estate straordinaria per il brand Lake Como.

Due anni di limitazioni hanno indotto molti turisti a viaggiare, ma anche a scegliere mete “rassicuranti” come in genere è percepita l’Italia a fronte di situazioni internazionali incerte. Il dollaro forte ha incrementato il numero di turisti americani, la riscoperta delle mete di prossimità ha confermato gli italiani e i post dei vip sui social hanno fatto il resto.

«Se tutto si mantenesse nell’equilibrio sperimentato questa estate, non ci sarebbero dubbi nel proseguire la stagione turistica certamente in autunno e anche in inverno - commenta Giuseppe Rasella, membro di giunta della Camera di commercio di Como e Lecco con delega al turismo - per arrivare fino a dicembre dopo magari una pausa in novembre per chi deve fare delle manutenzioni o per le ferie del personale. Il Natale a Como e sul lago, con le crociere e i borghi illuminati, è già stato sperimentato come un’attrattiva promettente. Ma appunto “se” fosse possibile confermare le stesse condizioni di stabilità».

Quelle stesse macro variabili che, per ora, hanno contribuito a rafforzare il Lario come meta tra le preferite, sono ora di nuovo in rapido movimento e non è detto che il nuovo allineamento sia propizio: la crisi energetica e quindi la difficoltà nel poter valutare i costi delle aperture autunnali per hotel e strutture ricettive pone un grande interrogativo a cui si aggiungono la preoccupazione per le tensioni internazionali che, concentrandosi sull’Europa, potrebbero dirottare i turisti americani altrove. Inoltre ora c’è una sterlina debole sull’euro che potrebbe scoraggiare gli inglesi, target di riferimento per il centro lago, dopo i tedeschi. Infine una crisi economica o peggio una recessione della Germania, primo partner per il turismo sui laghi lombardi, non solo di Como, avrebbe un diretto contraccolpo sull’economia del settore.

«In questo momento è impossibile, fare delle previsioni e quindi dei programmi - spiega Rasella - c’è soprattutto la variabile dei costi energetici che per le strutture alberghiere è determinante per decidere le aperture. Dobbiamo aspettare cosa deciderà il nuovo Governo e quali provvedimenti saranno presi per calmierare le bollette».

L’incertezza per l’industria del turismo che ha nella programmazione uno degli aspetti fondamentali dei suoi equilibri mina quello che avrebbe potuto essere un ottimo autunno e inverno e interrompe quel percorso verso la destagionalizzazione del Lago che è stato intralciato prima dai lockdown e ora dalla crisi energetica e che invece guarda alle Olimpiadi Milano Cortina 2026 come data di arrivo per inaugurare un territorio aperto tutto l’anno.

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