Como, la sorpresa
di un voto consapevole

Si può dire pochi, ma buoni? Ma sì. Se alle comunali comasche la percentuale di votanti è stata la più bassa di sempre, l’analisi nel dettaglio del voto riserva qualche sorpresa. La più importante è che chi ha scelto di recarsi ai seggi lo ha fatto, in gran parte, con consapevolezza e conoscenza della situazione.

Non si sono, perlopiù, prese decisioni alla “carlona”. Dietro tante croci tracciate sulle schede c’è stato un ragionamento. Prendiamo il voto disgiunto, cioè la possibilità di dare il consenso a un candidato consigliere o a una lista non collegata all’aspirante sindaco scelto. Si poteva votare cioè, un esponente del centrodestra per l’assemblea di palazzo Cernezzi e un primo cittadino in pectore di un’altra lista o di uno schieramento diverso. Facile per gli addetti ai lavori, un po’ meno per gli altri. Eppure non sono stati pochi a scegliere questa opzione. E sarebbe stata una delle cause dell’esclusione di Giordano Molteni, sostenuto da FdI, Forza Italia e affini e Lega dal ballottaggio.

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