

“Qualcosa di cui sparlare” , era il titolo di un film, a Como invece c’è qualcosa di cui parlare, discutere, approfondire e comprendere. Ci sono tanti fili che si intrecciano, a partire dal sasso lanciato nello stagno (anzi nel piombo delle colonne di questo giornale) da Francesco Cavadini, ristoratore di Brienno: “Quest’anno abbiamo fatto il botto, nel 2023, probabilmente, accadrà ancora, ma reggeremo?”. Una domanda che si porta dietro tanti aspetti che coinvolgono, of course l’economia di un territorio che negli anni ha conosciuto una vorticosa trasformazione (A quando la suddivisione del lago in AC - prima di Clooney- e DC dopo l’avvento a Laglio dell’attore regista), ma anche la mentalità dei comaschi per cui l’accoglienza del turista, del gitante, del “milanese”, dello “svizzero” o del “brianzolo” è vista spesso come un male, magari neanche troppo necessario per qualcuno.
Per indole noi siamo tranquilli, viviamo come confetti nelle nostre bomboniere, confidando nella speranza di non finire in un vassoio ed essere condivisi. Un altro filo della trama ci porta al cinepanettone dello strano Natale comasco che non è la ridondante “Una poltrona per due”, ma magari un “evento per due”.
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