L’omertà della casta
sul bonus Covid

E adesso facciamo che la toppa riesca peggio del buco, che già è una voragine colma di vergogna e spudoratezza. Ma com’è possibile che i tre deputati che hanno ottenuto i 600 euro di bonus per le partite Iva penalizzate dal Covid e lockdown, nonostante i 12mila euro mensili di stipendio incassati, non facciano outing e atto di contrizione? Spudorati e pure vigliacchi. Ci rappresentano? Oppure tutti hanno deciso che l’onorabilità (già anche questo terzetto si fregia del titolo di onorevole) di un ramo del Parlamento, ma non solo, quella di un ceto politico valga 1.800 euro, il totale delle somme incassate in legalità e senza vergogna?

Come se l’immagine fosse adamantina e non già macchiata da mille episodi di ruberie e malcostume che hanno accompagnato la storia degli ultimi trent’anni almeno. Ma ciò che sorprende di più sono gli altri. Perché alla fine, al di là delle dichiarazioni di sdegno, dello stridor di vesti stracciate, degli impegni a occhiute inchieste interne e strip tease integrali della privacy, anche chi sa (e qualcuno sa si certo, forse più di qualcuno) si rifiuta di parlare. Ecco la Casta che cerca di coprirsi le vergogne con la solita eterna presunzione di impunità. Perché qui sono tutti Marchesi del Grillo: io so io e voi non siete un c… Anche se, al contrario del personaggio immortalato da Alberto Sordi, loro sono lì perché ce li abbiamo mandati noi con i nostri voti. E dovrebbero renderci conto un giorno sì e l’altro pure, delle loro azioni. Compresa quella di chiedere un bonus mal pensato e figlio, forse, della fretta dovuta all’emergenza più che all’insipienza, ma costruito per aiutare chi, nei mesi del lockdown, è rimasto in braghe di tela. E allora non c’è problema di fronte alle esigenze prospettate da altri politici: amministratori locali che certo non possono mettere assieme il pranzo con la cena grazie ai modesti emolumenti istituzionali. Loro sì che ne avevano diritto anche di fatto e sono per legge. Ma i parlamentari e i consiglieri regionali non ce la fanno con 12mila euro al mese? Hanno bisogno di altri 600? E pretendono di gestire i soldi pubblici, i nostri? A casa, disonorevoli. Voi e quelli che li coprono. Vogliamo parlare dei gruppi politici, a cui secondo quanto si è saputo in attesa che (si spera) cadano veli e coltri, a cui apparterrebbero i tre beneficiati? La Lega e il Movimento Cinque Stelle, entrambi accomunati, magari adesso i secondi più dei primi, da velleità di cambiamento, pulizia e onestà. Il certificato penale richiesto dai pentastellati per candidarsi , le ramazze ostentate dal Carroccio dopo la scoperta dei magheggi contabili di Belsito, dei soldi pubblici utilizzati dalla famiglia Bossi per affari privati ecc… ce li ricordiamo tutti. Qual è la risposta dei vertici dei due movimenti? Salvini prima strepita e vuole dimissioni immediate, poi quando realizza che forse il problema ce l’ha in casa vira su una più mite sospensione (non dallo stipendio) e sull’indagine interna. Insomma, i panni sporchi li vuole lavare in famiglia. E no, in questo caso bisogna tirar su sapone e lisciva e passare dal lavatoio, dove tutti possono vederti. Almeno Luca Zaia annuncia che non ricandiderà i consiglieri regionali che sono passati all’incasso: ulteriore dimostrazione che vi sono due leghe. I post grillini giurano sulla rinuncia alla privacy, però intanto siamo ancora qui ad aspettare che la polvere sia soffiata via dai cristalli.

Che brutta pagina. Chi ha buona memoria ricorderà come l’indignazione per Tangentopoli prese quota quando si scoprì che i politici di allora, oltre che prendere le mazzette sulla costruzione di strade, edifici e metropolitane, rubavano anche nella sanità, cioè sulla pelle degli italiani. Lì non li perdonò più nessuno. Come dovrà accadere a questi tre e agli eventuali altri che ci sono di sicuro, quando e se finalmente salteranno fuori. Se non succederà l’infamia ricadrà su tutti i politici. Certo, tutti colpevoli nessun colpevole. Forse è questa la strategia. Gli italiani potranno anche accettarla e continuare a votare con il naso turato e la consapevolezza che il più pulito c’ha la rogna. A questo punto peggio per loro e chi l’ha preso si goda il bonus che se lo merita, perché noi ci meritiamo lui.

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