
E le femministe? E le magnifiche sorti e progressive del femminismo quattropuntozero? E il #metoo? E le sbandierate e le piazzate e le intemerate accaldate e scarmigliate su guai a chi attenta e svilisce e umilia e marchia a fuoco il sacro corpo delle donne e la loro ancor più sacra dignità intoccabile, inviolabile e invalicabile?
Dove sono finite tutte queste eroine meravigliose che inondavano i giornali e le televisioni e i social con le loro battaglie battagliere e battaglianti sulla parità di genere, che ci avevano talmente appassionato da immaginare che non avremmo mai più potuto farne a meno? Uno si guarda intorno e non le trova. Assordanti silenzi. Cespugli che rotolano nel deserto. Ossi di seppia sulla battigia. Memorie sbiadite di un recentissimo passato che procura anche qualche rimorso, come quando ci torna in mente un anziano parente che da troppo tempo non dà segno di sé (a proposito, come starà Emmeline Pankhurst?).
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