Rapinese, Salvini e la caccia ai consensi

Il sindaco sceriffo per antonomasia era Gianfranco Gentilini, leghista della prima ora e primo cittadino di Treviso, che se la prendeva soprattutto con gli immigrati e, con ogni probabilità, andava bene a Matteo Salvini che ancora non si era affacciato sul grande proscenio della politica. Il “Capitano “invece ha bloccato come una sciocchezza l’idea di Alessandro Rapinese che, appuntatosi la stella sul gilè, a Como multerà i genitori che consegnano o ritirano in ritardo i figli negli asili nido della città. Qual ’è la differenza? Con ogni probabilità Gentilini e Salvini inseguivano e corrono dietro agli elettori, mentre Rapinese forse no.

Chi scrive ha avuto modo di sottolineare come lo stile istituzionale e la difficoltà a dialogare con gli interlocutori politici (in testa le opposizioni in consiglio), non siano le prerogative migliori per chi è chiamato anche a rappresentare l’intera comunità comasca. Così come la presunzione di considerati superman: sventurata la città che ha bisogno di eroi, si potrebbe affermare, parafrasando Bertolt Brecht.

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