Un consiglio pasquale
a Gutierrez: stia sereno

Un consiglio pasquale a Gutierrez: stia sereno

Il direttore generale di Ats Insubria, Lucas Maria Gutierrez, ha un bellissimo nome, degno di un racconto di Borges. Anche perché, se fossimo maliziosi, potremmo dire che la sua gestione dell’azienda sanitaria rifulge di specchi, fantasmi e labirinti. E se fossimo ancor più maliziosi, potrebbe anche ricordarci un romanzo di Sciascia, ma nessuno deve permettersi di associarlo alle atmosfere del Contesto o di Todo Modo. Innanzitutto, perché sarebbe diffamatorio e poi perché ci scapperebbe una querela milionaria.

E quindi - pensandoci bene e rileggendo alcuni passaggi particolarmente spassosi della causa per risarcimento danni fino a un valore di 250mila euro che ha intentato al nostro giornale per gli articoli sulla pandemia - Gutierrez, anche se il cognome è spagnoleggiante, sembra più un personaggio alla Cechov o alla Gogol, maestri insuperabili del racconto della vita per quello che è. E cioè pura esistenza e niente di più, grigia, dura, ingiusta e insensata esistenza, popolata da omini sbiaditi, da burocrati occhiuti e silenziosi, da insulsi personaggi malinconici, perdenti e falliti, da mezze maniche sballottate dalle onde della storia e del destino, tanti piccoli e pavidi don Abbondio, incapaci di prendere in mano le redini della propria vita - d’altronde, il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare… - condannati a essere mere maschere, personaggi da commedia, vittime sacrificali del don Rodrigo di turno. Non è forse il ritratto della vita quotidiana di tutti? Non è forse per questo che lo sentiamo così vicino, davvero, senza ironia, il direttore generale Gutierrez?

© RIPRODUZIONE RISERVATA