Virus: l’abuso
della nostra libertà

Siamo in guerra davvero. Ci sono i morti, gli eroi, per fortuna, gli approfittatori, i criminali di guerra, gli sciacalli e gli incoscienti che in nome del proprio diritto alla libertà mettono in pericolo quella ben più importante, degli altri di poter vivere. Da giorni il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera, ripetono che ci sono troppe persone a zonzo per i paesi e le città del territorio. Sono stati anche monitorati con il rilevamento delle tracce che lasciano i nostri cellulari, fotografati, documentati nei verbali dei controlli delle forze dell’ordine che rivelano situazioni ben oltre la decenza e la comprensione della gravità del momento. Persone che volevano farsi una birra all’aperto con la scusa del rifornimento di carburante ma erano senza auto.

Uomini che dichiaravano la necessità di far visita alle loro tre fidanzate, individui in giro per ore con la scusa della spesa o delle sigarette, quest’ultima uno delle più vecchie del mondo.

Il tutto in nome della libertà dell’individuo in una società dove, lo sappiamo, l’individualismo è sempre più marcato pur al netto dei grandi gesti di solidarietà che, grazie al cielo, quando arriva l’emergenza non mancano di certo.

Già la libertà. Ma forse vale la pena di riflettere un attimo su questo concetto altissimo e nobilissimo. Magari di parlarne con coloro, e ci sono ancora, che hanno combattuto per la libertà e hanno visto tanti morire per poterla conquistare. Proprio perché così preziosa, la libertà non va sprecata e umiliata. Perché altrimenti sconfina nell’egoismo che è l’esatto contrario. Quanti oggi, nell’uscire di casa per quella che pensano sia un’innocente passeggiata in centro, pensano: “Tanto se tutti stanno rintanati che problema c’è?”. Ecco, qui l’essere liberi scolora nel proprio contrario. Perché la mia libertà diventa frutto della mancanza di libertà altrui. Ovvio vero? Ma quanti ci pensano? E allora il dono dell’essere liberi finisce sprecato e svilito. E, visto che siamo in guerra, tocca alle autorità intervenire. Chi si ricorda la guerra anche solo per sentito dire o per averla studiata? Esisteva una pratica che si chiamava coprifuoco. Per la sicurezza di tutti o di qualcuno, in certi fasce orarie nessuno poteva girare per la strade se non per comprovati motivi di necessità e con il suo bravo lasciapassare. Non è quello che accade ora. La differenza è che all’epoca i trasgressori finivano in cella o peggio. Oggi, grazie alla libertà che garantisce la democrazia e maggiormente i diritti dell’individuo si rischia “solo” una denuncia che, attraverso l’oblazione, evita anche la menzione sulla fedina penale. Insomma una seccatura o proprio più.

Ma tutto questo perché, si presuppone, la libertà abbia fatto crescere una coscienza civile e non occorra un intervento autoritario che la limiti in maniera draconiana per far sì che le cose funzionino. Invece no. Sono sempre troppi a violare le norme che pure sono abbastanza lasche e per ora, non limitano una salutare pur che solitaria corsetta nel bosco. Proprio perché muoversi all’aperto fa bene, e proibirlo rischierebbe di porre un limite alla libertà di mantenersi in salute. I continui abusi rischiano però di portarci in questa direzione. A limiti più stringenti che davvero ci impediranno anche la libertà della passeggiatina e della camminata veloce da soli. Ci contingenteranno la spesa alimentare e le altre attività ancora permesse dalle attuali norme. E soprattutto, l’emergenza con tutto quello che comporta in termini di limitazioni alla nostra libertà, durerà di più. La frase di Fontana: “Vedo persone che non riescono a respirare e altre a passeggio. Le misure sono troppo poco rigorose”, dice tutto. Se non credete ai politici, provate a parlare con gli operatori sanitari. Quelli che la guerra la combattono in trincea. Perfino i cinesi, che pure l’hanno passata questa guerra, di fronte allo spettacolo delle persone a passeggio per Milano, si sono spaventati. Alle porte, se non cambieremo subito, c’è davvero quel coprifuoco stile guerra guerreggiata. E allora, per rivendicare la nostra libertà ne avremo sempre meno. Ne vale la pena?

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