Asso, la difesa del brigadiere Milia ha chiesto l’incidente probatorio: «Vogliamo far analizzare subito il quadro clinico dell’assistito»

Omicidio in caserma Presentata l’istanza nella giornata di lunedì. Il giudice si è riservato la decisione

L’avvocato Roberto Melchiorre, che rappresenta la difesa di Antonio Milia, il brigadiere indagato dalla procura militare di Verona per l’omicidio del luogotenente Doriano Furceri, ha chiesto al Tribunale militare della città scaligera di poter effettuare un incidente probatorio sulla mente dell’indagato e sulla sua capacità di intendere e di volere.

L’istanza è stata presentata nella giornata di lunedì e il giudice delle indagini preliminari si è riservato. Un atto che ha finito con l’interrompere quanto era già in programma ieri mattina, ovvero la convocazione per il conferimento dell’incarico in merito ad accertamenti tecnici (per valutare problematiche di natura psichiatrica) che era a sua volta stata decisa dalla procura. Un passaggio che avrebbe portato alla nomina di consulenti di parte, mentre con l’incidente probatorio sarà il giudice a nominare (oltre alle parti) i suoi periti. «La nostra intenzione è quella di far analizzare subito il quadro clinico del nostro assistito – ha confermato ieri l’avvocato Melchiorre – Una situazione che vogliamo sia valutata e cristallizzata subito».

Milia rimane ricoverato all’ospedale Sant’Anna piantonato dalla polizia penitenziaria. Una decisione che era stata presa nei giorni successivi al delitto, avvenuto nella caserma di Asso, quando il quadro clinico del brigadiere dell’Arma era stato ritenuto non compatibile con il carcere dove era stato condotto.

Il dramma era avvenuto negli ultimi giorni di ottobre. Milia, che si sentiva vessato dagli ordini di servizio del suo superiore e che da pochi giorni era rientrato in servizio dopo un lungo congedo per malattia (ma che il giorno dell’omicidio sarebbe dovuto essere in ferie), aveva avvicinato il comandante della stazione di Asso al termine della giornata di lavoro, quando erano le 17, e aveva esploso tre colpi di arma da fuoco direttamente al cuore. Per il luogotenente Furceri non c’era stato nulla da fare.

Il brigadiere si era poi barricato in caserma e solo alle 5.30 della mattina successiva i Gis era riusciti a fare irruzione e a arrestare Milia.

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