Azouz condannato a due anni e mezzo. Su un sito ha diffamato i fratelli Castagna

Tribunale In un articolo chiedeva di indagare su Beppe e Pietro per la strage del 2006. Il tunisino, che non era presente in aula a Como, dovrà anche risarcire 70mila euro di danni

Diffamò i fratelli Castagna, Pietro e Giuseppe, in seguito a quanto aveva dichiarato in un articolo che era uscito su una testata on line, “il24.it”, nel mese di febbraio del 2019.

Il Tribunale di Como, con una sentenza letta ieri pomeriggio dal giudice monocratico Veronica Dal Pozzo, ha condannato a due anni e sei mesi Azouz Marzouk, 42 anni, il tunisino di Zaghouan che era il marito di Raffaella Castagna e il padre del piccolo Youssef, due delle vittime della Strage di Erba in cui morirono anche Paola Galli, mamma di Raffaella, e la vicina di casa Valeria Cherubini.

Primo grado

Azouz è stato riconosciuto responsabile, in primo grado, di diffamazione a mezzo stampa. L’articolo aveva questo titolo: “Strage di Erba, intervista ad Azouz Marzouk”. Il tunisino, dialogando con il giornalista Pietro Di Marco - che ha visto il reato dichiarato estinto per la sua condotta riparatoria (ha risarcito) - chiedeva di «indagare sulla famiglia» perché «mio figlio Youssef conosceva l’assassino». E ancora: «Lo ha ucciso qualcuno vicino a mia moglie. Basta leggersi le carte per capire che fosse qualcuno che voleva l’eredità di mia moglie». E questo nonostante ormai sia più che definitiva la sentenza – in tutti i gradi di giudizio possibili – che ha condannato all’ergastolo per quel quadruplice omicidio Rosa Bazzi e Olindo Romano.

Nei guai era finito, come detto, il giornalista che aveva scritto l’articolo, che secondo il capo di imputazione approdato in aula, non aveva «manifestato il suo distacco e dissenso» rispetto a quanto dichiarato da Marzouk.

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Il tunisino, che anche ieri non si è presentato in aula – avrebbe dovuto essere esaminato – ha scelto di proseguire con il dibattimento arrivando alla condanna di ieri (due anni e mezzo) con in più il risarcimento del danno che è stato quantificato in 35 mila euro per entrambi i fratelli Castagna (70 mila in totale dunque) rappresentati in aula dalla legale Daniela Spandri in rappresentanza dello studio Campa Avvocati.

Prima della sentenza, a parlare era stato proprio Pietro Castagna che aveva ricordato quanto fosse comunque legittimo il pensiero innocentista, ma che questo non poteva in alcun modo essere utilizzato per colpire altre persone come invece è avvenuto in questo caso come in molti altri.

La querela

Come detto, nel corso dell’udienza di ieri pomeriggio, in cui hanno parlato entrambi i fratelli che avevano presentato una denuncia querela da cui era partita questa ennesima vicenda di diffamazione contro la loro famiglia, avrebbe dovuto prendere la parola anche Azouz Marzouk che tuttavia – come già era avvenuto nelle precedenti udienze – non si è presentato in aula. Così, al termine della Camera di Consiglio, il giudice monocratico è uscito con la pesante sentenza di condanna, quantificata in due anni e mezzo di pena.

Le motivazioni sono attese tra sessanta giorni. Il giornalista era invece già uscito dalla vicenda penale risarcendo e ottenendo dunque la dichiarazione di estinzione del reato in seguito proprio alla sua condotta riparatoria.

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