Contagi ancora alti
e allarme scuole
«Attenti, non è finita»

Allerta Ats:«I dati della pandemia non vanno bene». In una settimana raddoppiati gli alunni in quarantena. C’è il timore che possa succedere come a inizio marzo

I dati sulla pandemia secondo l’Ats Insubria «non vanno per niente bene». Preoccupa in particolare la situazione nelle scuole dove le quarantene in una settimana sono passate da mille a duemila. E per le riaperture serve molta prudenza.

La decisa riduzione dei contagi vista nelle prime due settimane di aprile è sparita, si assiste anzi ad una debole risalita in alcune aree della provincia, su tutte l’Erbese. I nuovi casi settimanali oscillano attorno al migliaio e non si sono azzerati come la scorsa primavera. L’indice Rt - che indica quante persone sta per infettare un singolo positivo - risale e si sta avvicinando ad uno, l’agenzia per la tutela della salute teme una nuova fase espansiva dei contagi.

Nel dettaglio le quarantene scolastiche tra il 12 e il 18 aprile erano a Como e provincia 1.051, tra il 19 e il 25 sono salite a 2.058. Gli studenti comaschi costretti a casa sono 341 alle superiori, 496 alle medie, 648 alle elementari e 573 tra materne e asili. Sono dati paragonabili a quelli di inizio marzo, quando le lezioni in presenza erano state fermate. Per questo Ats ha disposto l’indagine delle varianti su tutti i campioni scolastici, nel caso le quarantene vengono prolungate a due settimane. Per ora comunque non ci sono riscontri di altri tipi di virus salvo quello inglese da tempo predominante.

Indici in risalita

Quanto all’incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti nel Comasco resta sopra a 160, dove 250 è la soglia massima oltre la quale c’è l’indicazione per la zona rossa. A Erba siamo a 211, tra Cantù e Mariano a 180 come ad Olgiate, sul lago 178, meno Lomazzo e Fino Mornasco che comunque salgono, resta basso invece il contagio nella città capoluogo.

«Purtroppo negli ultimi giorni siamo tornati a contagiarci di più – ha spiegato il direttore sanitario dell’Ats Giuseppe Catanoso – gli indici non calano più, anzi si alzano leggermente. Spero di sbagliarmi, ma il nostro territorio potrebbe anticipare una tendenza generale. L’attenzione dev’essere massima nelle scuole, non tanto dentro alle classi, quanto fuori. Le progressive riaperture con la zona gialla non devono essere un liberi tutti». Tutto ciò nonostante una campagna vaccinale che è decollata ed ha coperto un comasco su quattro con almeno una dose. L’obiettivo della campagna in corso nell’immediato è fermare l’emorragia di decessi e far calare i ricoveri, ma serviranno mesi per debellare la pandemia.

Evitare le forme gravi

Il vaccino con buona certezza ci difende dalla malattia, funziona, ma non ci evita l’infezione. «Anche dopo il vaccino può essere rilevata una positività – dice ancora Catanoso – sono stati segnalati numerosi casi soprattutto tra i sanitari. Ma una volta entrati in contatto con il virus l’infezione viene contrastata e sconfitta dagli anticorpi in breve tempo, senza portare a forme gravi di malattia».

Nonostante la zona gialla occorre responsabilità. «Prosegue l’attività ispettiva nelle strutture economico produttive, nei supermercati e nei ristoranti – ha spiegato Paolo Bulgheroni, direttore del dipartimento di igiene e prevenzione dell’Ats – come nelle attività sociali per il rispetto delle norme anti contagio. Il rischio zero non c’è. Vanno bene le riaperture, ma le regole devono comunque essere seguite con rigore e attenzione. Serve ancora prudenza».

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