Cooperativa Valle Bova: settant’anni di attività a servizio delle montagne

Erba In programma progetti per coinvolgere le scuole. Obiettivi: salvaguardia del bosco e promozione turistica. Sangiorgio: «Cerchiamo nuovi soci, anche tra i giovani»

Settant’anni di attività al servizio delle montagne erbesi.

È un anno di festeggiamenti per la Società Cooperativa Rimboschimento Valle Bova, nata nel 1953 per volontà di alcuni proprietari di terreni e semplici simpatizzanti della riserva naturale erbese. Gli obiettivi enunciati nello statuto non sono cambiati: dalla promozione turistica all’educazione, passando per la salvaguardia del bosco, resta moltissimo da fare.

La festa

«Festeggiamo settant’anni - dice il presidente Celestino Sangiorgio, ex sindaco di Erba e grande conoscitore della montagna - e vogliamo farlo all’insegna del rilancio. Siamo alla ricerca di nuovi soci, vogliamo attirare giovani pronti a prendersi cura della Valle Bova: lo faremo grazie ad alcuni progetti che prevedono il coinvolgimento delle scuole del territorio e delle università».

Alla base di tutto c’è la volontà di incrementare la presenza di piante latifoglie a discapito della pineta, per tornare a una vegetazione prealpina come suggerito dalle direttive regionali.

«Si tratta di un obiettivo a lungo termine, ma bisogna partire subito con uno studio che non si può improvvisare. Ecco perché vogliamo coinvolgere i ragazzi delle scuole agrarie: la San Vincenzo di Albese con Cassano che ha già collaborato con noi, il Romagnosi di Erba, la Fondazione Minoprio».

Immancabile il coinvolgimento delle università. «Penso ovviamente all’Insubria, che ha già preso contatti con il Comune di Erba per uno studio sulla Valle Bova e il Buco del Piombo nello specifico, e all’Università degli Studi di Milano. La nostra montagna può diventare un laboratorio per studenti a cielo aperto, un centro di ricerca sulla natura: voglio coinvolgere Alessandro Fermi, neo assessore regionale all’Università, per valutare l’insediamento di una struttura in cui si possa anche pernottare fra i boschi».

Riscoperta

L’idea del pernottamento in Valle Bova rimanda al capitolo turismo. Le montagne erbesi sono state riscoperte da decine di persone nel corso della pandemia, quando la passeggiata a pochi chilometri da casa era l’unica possibilità di vacanza, ma si può fare molto di più. «Dare un appoggio per la notte sarebbe un modo per favorire gite più lunghe sul territorio. Il Triangolo Lariano offre risorse naturali molto belle che restano sconosciute ai più».

L’obiettivo è attirare da queste parti i turisti italiani e stranieri che visitano il lago di Como, senza spostarsi tropo dal capoluogo e dalle località lariane più rinomate. «La valorizzazione turistica è la chiave per il rilancio della Valle Bova. Senza dimenticare mai quelle che restano le priorità della nostra cooperativa: la salvaguardia del territorio, la pulizia e il mantenimento del bosco, l’organizzazione di attività formative per gli erbesi di domani».

Lo statuto della Società Cooperativa Rimboschimento Valle Bova, sottoscritto dai fondatori nel 1953, all’articolo 2 spiega che «la Società avrà la durata di anni 99 dalla data dell’atto costitutivo e potrà essere prorogata con delibera dell’Assemblea dei soci». Settant’anni sono già passati, ma il lavoro all’orizzonte è ancora moltissimo: la storia non si concluderà certo allo scadere del novantanovesimo anno.

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