Erba, 8 ospiti su 200 senza anticorpi
Per loro niente visite, e un terzo vaccino

È il risultato emerso dai test sierologici. Il presidente Rigamonti: «Aspettiamo indicazioni dalle autorità sanitarie»

Otto anziani su duecento non hanno sviluppato anticorpi contro il Sars-CoV-2, nonostante abbiano ricevuto due dosi del vaccino BioNTech-Pfizer.

Il risultato emerge dai test sierologici disposti dal cda di Ca’ Prina: «Ora dovremo capire se effettuare una terza dose o provare un altro vaccino» dice il presidente Alberto Rigamonti. Intanto è pronto un programma di riabilitazione psicomotoria per risvegliare il corpo e la mente degli anziani dopo un anno di pandemia.Tutti gli ospiti di Ca’ Prina, compresi gli anziani che frequentano il centro diurno, hanno ricevuto da mesi il vaccino BioNTech-Pfizer: la somministrazione della seconda dose si è conclusa all’inizio di aprile.

Il cda della casa di riposo, d’accordo con la direttrice generale Loredana Masperi e con la direttrice sanitaria Antonella Biffi, ha deciso di sottoporre tutti a test sierologico, per individuare i casi in cui non si sono sviluppati anticorpi. «Sono otto su duecento - dice Rigamonti - pari dunque al 4 per cento. Il risultato è nell’ordine delle cose, rispetta in pieno le dichiarazioni di efficacia rese dalla Casa farmaceutica. Ora dobbiamo capire come comportarci, ce lo diranno le autorità sanitarie preposte: si potrebbe pensare a una terza dose, oppure a un tentativo con vaccino diverso».

Certo, continua il presidente, «per questi anziani non possiamo riaprire subito le visite in presenza con i parenti, sarebbe troppo rischioso: dobbiamo rimandare almeno fino alla fine del mese di giugno per proteggerli da possibili contagi, per allora avremo anche delle disposizioni chiare da Ats». Le visite intanto sono ripartite per tutti gli altri, dopo 15 mesi di incontri separati da un plexiglas o limitati alle videochiamate.

«A giugno - dice Rigamonti- riprenderanno anche le pizzate del giovedì a mezzogiorno in giardino, per gruppi di venti anziani e ogni volta un membro del cda. Contavamo di aprirle subito anche ai parenti, ma con otto anziani senza anticorpi non possiamo ancora rischiare». Giugno sarà davvero il mese della ripresa, un primo passo verso il ritorno alla normalità. Al di là delle pizze in compagnia, il 15 partirà un programma di riattivazione psicomotoria per gli anziani che si concluderà il 15 settembre. «Per tre mesi - dice il presidente - gli ospiti faranno massoterapia con un esperto, mentre una psicologa e due delle nostre educatrici si occuperanno delle attività per tenere allenato il cervello». La premessa è che la pandemia ha avuto forti ripercussioni anche sul corpo e sulla psiche degli anziani, costretti per lunghi mesi all’isolamento e a una sostanziale inattività. Per riprendersi serve un po’ di allenamento. «A settembre - conclude Rigamonti - valuteremo i progressi compiuti nel corso dell’estate grazie a questo programma».

(Luca Meneghel)

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