
Il caso della maxi frode: quel commercialista “nullatenente” in realtà aveva una villa con piscina
L’indagine Niente conti bancari né redditi: tutte le proprietà del commercialista al centro dei controlli della Guardia di Finanza erano pagate da una cooperativa. Ecco i retroscena del fascicolo a carico del fiscalista con studio in via Diaz arrestato dalla finanza

Ufficialmente, per la Procura di Como e la Guardia di finanza di Olgiate Comasco, era un «nullatenente». Eppure, a partire dal 2014, aveva iniziato a costruire la villa di famiglia in quel di Alserio, con tanto di piscina, con versamenti cospicui cadenzati anno per anno. Per pagare i lavori, su quel terreno su cui era in corso l’edificazione dell’immobile che alla fine del 2017 diventerà quella che viene definita una «villa di prestigio», sarebbero stati usati i soldi della cooperativa che faceva capo a lui, proventi tuttavia derivanti – secondo l’ipotesi accusatoria – dall’evasione fiscale. Il tutto – per il giudice – in «spregio alle apparenti finalità mutualistiche della stessa».
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