La Madonnina è tornata sul Bolettone: «Salva grazie al lavoro dei restauratori»

AlbavillaCustodita in una grotta da quasi sessant’anni, a settembre era stata vandalizzata. Ora è di nuovo al suo posto. Mascheroni: «È più forte la mano che guarisce di quella che ferisce»

La statua della Madonnina, tanto cara agli albavillesi e a coloro che fanno escursioni sulle montagne, è tornata nella grotta ai piedi della grande croce sul Monte Bolettone.

Nel giorno dedicato proprio alla Madonna Immacolata, la statua, che due mesi fa era stata vandalizzata e fortemente danneggiata, dopo essere stata restaurata, è stata riportata al suo posto.

Quasi un miracolo, merito della maestria di appassionati e restauratori: i danni riportati facevano pensare alla necessità di comprare una nuova statua, ma in realtà così non è stato.

Benedizione

La piccola statua è stata portata nella chiesa parrocchiale di San Vittore in occasione della messa vigiliare dell’Immacolata. Qui è stata posizionata davanti ai piedi del presepe, sotto l’altare maggiore, ed è stata benedetta dal parroco, don Paolo Vesentini.

Ieri pomeriggio gli amici del Gruppo Bolettone e tutti gli appassionati di montagna si sono ritrovati all’Alpe del Viceré e da lì sono saliti verso la cima del Bolettone per ricollocare al suo posto il simulacro della Vergine Maria. Sulla vetta del monte passano ogni anno migliaia di visitatori e amanti del trekking montano, tra loro credenti e non credenti, ma tutti rispettosi del luogo e del simbolo racchiuso.

La statua venne fortemente voluta dall’allora parroco, don Felice Ballabio, e dal suo coadiutore, don Mario Galbiati, nel lontano 1964. Don Mario, morto la scorsa primavera, è stato poi tra gli anni Ottanta e Novanta, fondatore di Radio Maria, prima, e di Radio Mater, poi.

Due mesi fa il vandalismo con danneggiamento che aveva scioccato tutti e indignato credenti e non credenti. La Madonnina da ormai quasi sessant’anni era custodita in una piccola grotta, posta sotto la croce: dietro una bella grata in ferro battuto e un vetro a protezione del simulacro della Vergine.

Molti turisti, visitatori e amanti della montagna, giunti alla cima, si fermano spesso per un momento di preghiera e di meditazione. Alcuni negli anni hanno lasciato anche corone di rosario, immaginette o biglietti.

Il raid

Un luogo naturale splendido, ma anche un luogo di meditazione e di preghiera per chi crede.

Ignoti a fine settembre avevano deciso di attuare un raid: con dei sassi o, molto più probabilmente con un martello o una piccola mazza, avevano rotto il vetro della grotta e avevano preso di mira proprio la statua mariana: staccate le braccia della Vergine e completamente rovinata e spaccata a metà la parte sottostante, poco sopra i piedi della statua.

A trovare la Madonna in quello stato gli amici del Gruppo Bolettone, guidati dal presidente e storico amante della montagna, Luigi Mascheroni. Ieri lo stesso Mascheroni è salito con gli amici a riportare la Madonna al suo posto. Nel 1964 a portarla in vetta fu lo storico alpinista albavillese, il compianto Jak Canali. Ieri nell’ultimo tratto è stato il nipote Gian Marino a portare la Madonna. «È più forte la mano che guarisce di quella che ferisce – commenta Mascheroni - È doveroso ringraziare l’artigiano che ha ricomposto i vari pezzi che e la restauratrice Fabiola Cigardi che l’ha rifinita: un ringraziamento anche a don Paolo che l’ha benedetta».

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