La Regione e la tangenziale incompiuta: «Va finita, prossimi cinque anni decisivi»

Anniversario Il 23 maggio di otto anni fa l’apertura del tratto tra Villa Guardia e l’Acquanera. L’assessore regionale Fermi: «Una priorità. Ne ho parlato con Salvini, lavoriamo tutti insieme»

Esattamente otto anni fa, il 23 maggio 2015, il corteo di auto storiche tagliava il nastro del primo lotto della tangenziale di Como. Una striscia di asfalto lunga 2,4 chilometri che avrebbe dovuto essere il tratto iniziale di un collegamento viario complessivo di cui si parlava dagli anni Novanta (la Pedemontana) che comprendeva la tangenziale di Como diretta fino ad Albese. Da allora, però, nessuna certezza e nessun sostanziale passo in avanti verso il completamento dell’opera e non è un caso che l’unico progetto in fase avanzata (definitivo) risale al 2009.

La richiesta ad Anas

L’assessore regionale Alessandro Fermi sottolinea che «è stato ribadito che il completamento della tangenziale è l’opera prioritaria per il territorio comasco dopo la variante di Tremezzo. Io credo che questo sia un momento storico fortunato per quanto riguarda la disponibilità di risorse pubbliche e per questo come Regione avevamo chiesto l’inserimento del secondo lotto nelle priorità regionali inviate ad Anas. Sul modello seguito per la Tremezzina, la Regione ha anche dato la disponibilità a farsi carico di una quota del finanziamento». Il tema cruciale è quello economico: serve infatti una cifra tra i 700 milioni e il miliardo di euro per la realizzazione del secondo tratto e questo significa tra i 250 e i 300 milioni da Palazzo Lombardia.

Fermi precisa che attualmente «l’opera è fuori dal sistema pedemontano (effetto del “differimento” per mancanza di fondi risalente al 2009, ndr) e visto che la stessa Pedemontana ora ha il problema del rincaro dei costi, il secondo lotto fa realizzato con soldi pubblici».

Va detto che anche il primo (seppur a pagamento) ha visto un massiccio contributo statale, ma in caso di totale finanziamento pubblico non ci sarebbe il pedaggio (e anche il primo tratto dovrebbe essere in qualche modo “riscattato”). Secondo l’assessore regionale comasco, che da tempo chiede che si riparta dal progetto definitivo del 2009 (in fase avanzata e, soprattutto, con già il consenso di tutti gli Enti locali interessati), i prossimi anni saranno decisivi per poter pensare di arrivare alla parola fine sulla grande incompiuta, oppure per rassegnarsi ad avere il tratto autostradale più breve del mondo. «Ne ho parlato anche con Matteo Salvini (attuale ministro delle Infrastrutture, ndr) che conosce benissimo il tema essendo un grande conoscitore del territorio. Ma non deve esserci una bandiera politica, poiché completare la strada deve essere prioritario per tutti. Parliamo di un tema su cui territorio espresso in modo unanime ed è necessaria una lobby positiva di tutti esponenti politici comaschi, visto momento storico che, a mio avviso, è decisivo».

Le cifre e i tempi

Fermi poco dopo l’elezione e la nomina in giunta aveva parlato di questo mandato come «decisivo» per la questione tangenziale. «Continuo a pensarlo - ribadisce - i prossimi cinque anni saranno decisivi per recuperare il finanziamento. Questo momento favorevole va sfruttato». L’assessore si riferisce ai fondi Pnrr e alla possibilità di sbloccare cantieri pubblici post pandemia.

Da Roma dovrebbero mettere sul piatto una cifra minima di 500 milioni di euro per pensare di poter vedere la Regione mettere la sua quota e avviare l’ultimo step progettuale e gli appalti. Una situazione che resta, comunque, difficilissima da sbloccare.

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