Lo stadio dedicato a Carlo Tavecchio

Ponte Lambro Presenti all’intitolazione del centro sportivo i vertici del calcio, della politica e vecchie glorie. Federico Laiso: «Sapeva che era la sua casa». Gabriele Gravina: «Per lui il dilettantismo era la spina dorsale»

I vertici del calcio e della politica, vecchie glorie del pallone e tanti amici si sono radunati ieri mattina al centro sportivo di Ponte Lambro per l’intitolazione dello stadio comunale a Carlo Tavecchio. Sindaco del paese per lunghi anni, Tavecchio - morto il 28 gennaio 2023 a causa di una polmonite - ha scalato i vertici dello sport fino a diventare presidente della Figc, ma non ha mai dimenticato la sua comunità e l’amatissima Pontelambrese di cui è stato fondatore.

La cerimonia organizzata da Federico Laiso, braccio destro di Tavecchio e attuale presidente della Pontelambrese, e dal sindaco Ettore Pelucchi è culminata con il disvelamento della scritta “Stadio Comunale Carlo Tavecchio”. Prima però, all’interno del centro sportivo, tantissimi amici hanno voluto ricordare l’uomo che ha scritto un pezzo di storia locale e sportiva.

Le testimonianze

A che livelli sia arrivato Tavecchio lo testimoniano le personalità arrivate in paese, dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al presidente della Figc e vicepresidente della Uefa Gabriele Gravina. Non sono mancate vecchie glorie del pallone, da Alessandro “Spillo” Altobelli, che ha portato i saluti del presidente della Fifa Gianni Infantino, a José Altafini e Davide Fontolan. Moltissimi i sindaci del territorio, i rappresentanti locali a Roma (il Sottosegretario Nicola Molteni e il deputato Eugenio Zoffili) e a Milano.

«L’emozione mi blocca. Quando il mio presidente era vivo - ha esordito Laiso in lacrime - sapeva che questa era la sua casa, è un sogno essere qui con tutti i suoi amici». Il sindaco Pelucchi ha chiesto un minuto di silenzio per le popolazioni dell’Emilia Romagna e delle Marche colpite dal maltempo, poi ha ricordato quanto contassero per Tavecchio la solidarietà e il calcio dilettantistico: «Mi diceva sempre che le piccole società sportive vanno difese. Me lo diceva quando ero suo assessore e poi anni dopo quando sono diventato sindaco io».

Anche Gravina ha ricordato l’attaccamento di Tavecchio al calcio dilettantistico. «Per lui il dilettantismo era la spina dorsale, la base forte della piramide del calcio italiano. Il suo progetto ha portato l’Italia ad avere un ruolo di rilevanza internazionale a livello calcistico, oggi consegniamo i nostri ricordi e le nostre emozioni alla moglie Eugenia e alla sua famiglia».

I ricordi

Franco Carraro, un altro uomo che ha segnato la storia dello sport italiano, ha ricordato come «in ogni discorso con Carlo alla fine venisse sempre fuori la sua Brianza, Ponte Lambro e la Pontelambrese. Aveva il cuore qui, la testa da tutte le parti».

Giancarlo Abete, attuale commissario della Lega Nazionale Dilettanti, ha ripercorso anni di lavoro al fianco di Tavecchio: «Gli intitoleremo una sala all’interno della nostra sede di piazza Flaminio a Roma, mi ha sempre onorato della sua stima e della sua fiducia. Fino all’ultimo, quando prese parte a un’assemblea della Lega pur essendo già molto provato».

Non sono mancati i ricordi dei politici locali, del presidente della Bcc Brianza Laghi Giovanni Pontiggia e dell’avvocatessa Marianna Sala, che aveva avviato con lui un progetto per contrastare il cyberbullismo nel calcio giovanile: «Una missione che ora porteranno avanti i suoi successori».

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