Strage di Erba, online il quarto episodio del podcast con la testimonianza dei fratelli Castagna: «Non c’è oblio per noi» (ascolta qui)

Cronaca nera Un tappeto e due figli è il titolo di questa nuova puntata. Le tracce di sangue, le tesi innocentista delle Iene, gli insulti degli hater, la sofferenza psicologica e il desiderio di una famiglia di elaborare il lutto

«Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo, mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe» . A dirlo era Mark Twain e questa è la sintesi perfetta del quarto episodio di Anime Nere, il podcast realizzato da Paolo Moretti e Martina Toppi per raccontare casi di cronaca nera passando attraverso le anime di chi li ha vissuti. Nella prima stagione il focus è sulla strage di Erba e, come per ogni altra puntata realizzata, anche in questa si parte da un oggetto che appartiene alla scena del delitto e da una voce che appartiene a uno dei protagonisti del caso. In questo quarto episodio la storia viene riletta a partire da un tappeto e da due figli.

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Il tappeto è quello in cui Olindo e Rosa, dopo la strage, ammisero di aver avvolto i propri vestiti per non lasciare tracce sangue, la voce invece è quella di Pietro e di Giuseppe Castagna. A loro spetta il racconto delle conseguenze impattanti che hanno avuto nella loro vita le teorie innocentiste, portate avanti dal programma televisivo Le Iene, e gli attacchi gratuiti degli hater che proprio dopo quelle puntate si scatenarono sui social.

«Gli innocentisti, dopo sedici anni, sono troppo intelligenti per essere in buona fede - raccontano i fratelli Castagna - una famiglia quando subisce una tragedia del genere vorrebbe solo poter vivere in privato il lutto, elaborarlo. Per noi non è stato possibile, non lo è tutt’ora, perché non c’è diritto all’oblio per i parenti delle vittime. Andrebbe inventato».

Ma un bene da raccontare resta e si riassume in un’immagine: un Natale distante ben sedici anni e una famiglia, ancora avvolta dal dolore, che si stringe attorno a una tavola e si fa forza per sopravvivere alla tragedia. Da questa immagine e dalla testimonianza esclusiva dei due fratelli è bene riavvolgere il nastro per ripensare alle responsabilità di ciascuno in un caso tragico come lo fu la strage di Erba.

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