Vita da medico di Pronto soccorso: ecco perché pochissimi vogliono lavorarci. «Arriviamo a fine turno a pezzi»

La storia Lo sforzo per coprire i turni, i soliti (pochi) candidati che vincono i concorsi e il fenomeno dei “gettonisti” che in un giorno riescono a guadagnare somme elevate: «Un’ingiustizia, che peraltro alimenta la fuoriuscita dal sistema sanitario di specialisti. La nostra professione è faticosa»

Vita da medico di Pronto soccorso: ecco perché pochissimi vogliono lavorarci. «Arriviamo a fine turno a pezzi»
La dottoressa Ilaria Malfasi, 34 anni, comasca, laureata all’Insubria

Ai concorsi banditi dagli ospedali per assumere medici di Pronto soccorso ormai si presentano così pochi candidati che i concorrenti rimasti vincono quasi ovunque. L’Asst Lariana, nota la scarsità di personale nel reparto d’emergenza di San Fermo, ha pubblicato a settembre un concorso per dieci medici a tempo indeterminato da impiegare nel pronto soccorso del Sant’Anna e nei servizi del 118.

Si sono presentate solo due giovani dottoresse, più una terza ammessa con riserva perché deve completare il suo percorso di studi. Anche i concorsi pubblicati dalle altre aziende ospedaliere lombarde, in tutto il Nord italia, non sortiscono migliori effetti.

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