Ancora duemila sanitari non vaccinati
Indagine dell’Ats su chi lavora nelle Rsa

L’ex Asl sta raccogliendo informazioni su “oss”, fisioterapisti e assistenti alla poltrona - Asst: «Da noi adesione al 92% e gran parte di chi non ha aderito presenta controindicazioni»

Como

I sanitari hanno l’obbligo di vaccinarsi contro il Covid, ma nel Comasco in 2mila non l’hanno fatto.

Oltre a questo plotone di non adempienti adesso l’Ats Insubria sta controllando anche gli operatori socio sanitari non vaccinati nelle Rsa. Certo, nelle case di riposo entrano anche assistenti, ausiliari, lavoratori delle cucine e delle pulizie per i quali l’obbligo non vale.

Dal primo aprile, quasi due mesi fa, per decreto legge la vaccinazione anti Covid per i sanitari è considerata un «requisito essenziale», pena lo spostamento ad un ruolo non a contatto con il pubblico. O, se non è possibile, la sospensione senza salario. «Acquisiti gli elenchi dei sanitari dagli ordini professionali – ha detto Fabio Bulgheroni, dirigente dell’Ats Insubria – e incrociati i dati delle vaccinazioni con la Regione, stiamo ora invitando tutti alla vaccinazione. Possono essere esclusi dall’obbligo solo colori i quali dimostrano di avere degli specifici motivi di salute, oppure chi davvero con opera con il pubblico». Nella categoria non ci sono solo medici di famiglia, ospedalieri e infermieri, ma anche, tra i tanti, farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, ostetriche, tecnici della diagnostica e della radiologia, dietisti e igienisti dentali, podologi, logopedisti, educatori professionali, terapisti occupazionali e altri ancora.

«Ora stiamo raccogliendo anche i nominati degli operatori socio sanitari delle Rsa – ha detto ancora Bulgheroni – attraverso i datori di lavoro visto che non esistono per loro degli ordini professionali. Ed anche dei massofisioterapisti e degli assistenti alla poltrona degli odontoiatri e dei dentisti».

Le Rsa nelle scorse settimane hanno fatto sapere che sono tanti gli operatori che entrano ed escono per lavoro nelle residenze per anziani e per i quali l’obbligo non è stato esteso con chiarezza. «Nelle Rsa oltre agli operatori socio sanitari – spiega Gianmarco Beccalli, presidente della Ca’ d’Industria – lavorano anche gli ausiliari socio assistenziali (Asa). Si tratta di una figura professionale simile, ma molto più presente per numero nelle strutture per anziani. Anche gli operatori dei servizi, dalle cucine alle pulizie, frequentano ogni giorno le Rsa e dunque possono trasportare il virus. Eppure non rientrano nell’obbligo. Questa è la nostra maggiore difficoltà». La speranza è che il decreto legge, a breve da tramutare in legge, comprenda anche queste figure professionali.

L’obbligo è valido anche per i medici libero professionisti che senza vaccino non possono ricevere pazienti negli studi privati.

Il tasso di adesione tra i medici di medicina generale all’inizio della campagna era piuttosto basso, poi nel corso dei mesi è cresciuto. E’ più alto tra gli ospedalieri. «L’adesione da parte dei nostri operatori è significativa, al 92% – sottolinea Rossana Borchini, medico del lavoro dell’Asst Lariana - E preciso che gran parte dei non vaccinati presenta oggettive controindicazioni alla vaccinazione». È, si ricorda, sempre possibile nel mentre farsi vaccinare e assolvere all’obbligo. C’è una specifica sezione sul portale prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it.

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