Che sabato di folla in città
La pandemia sembra già un ricordo

Migliaia di visitatori ieri sul lungolago nel primo fine settimana di ritorno alla (quasi) normalità - Coda festiva in funicolare e pienone all’esterno dei locali

Mentre sembra essere iniziata la fase discendente dell’emergenza sanitaria, da prendere - ci ricorda la comunità scientifica - “cum grano salis”, è partita anche la rinascita turistica di Como: ieri la città ha definitivamente riscoperto più che la sua vocazione turistica, il suo essere meta naturale per le gite di tanti milanesi e lombardi, ma anche di chi, vivendo in provincia, torna a visitare il capoluogo dopo settimane, se non mesi.

Perché c’è stato il lungo periodo rosso / arancione, in cui non era possibile spostarsi all’interno della regione e neppure da Comune a Comune. Dalla proclamazione della zona gialla, si era messo in mezzo un clima nefasto: una settimana di pioggia ininterrotta che suonava come una beffa amarissima soprattutto per quei bar e ristoranti che, incassata la possibilità di riaprire, ma solo all’esterno, si sono ritrovati comunque pressoché privi di clienti. Ma con l’inizio di questa settimana il tempo si è stabilizzato.

Quello di ieri è stato il primo sabato “come ai vecchi tempi”. In effetti per distinguere la giornata di ieri da una del 2019 bisognava stare attenti a due particolari: i bar senza posti a sedere all’interno e la gente, una moltitudine crescente nell’arco delle ore che ha raggiunto il picco massimo a metà pomeriggio, prima dell’aperitivo che, per tanti, sostituisce quella cena “impossibile” con il coprifuoco alle 22, quella gente coperta dalle mascherine.

Di tutte le misure di precauzione, quella protettiva del volto è l’unica che sembra adottata da tutti anche se bisognerebbe contare quelli, non pochi, che si ostinano a lasciare scoperto il naso e anche quelli che approfittano un po’ troppo delle deroghe (quelli che fumano, quelli che bevono, soprattutto quando le due attività si incrociano nelle piazze, stando addossati). Tolti questi particolari tutto come una volta, a cominciare dalla lunga coda alla funicolare: almeno mezz’ora per salire in carrozza e raggiungere Brunate dove, ovviamente, si è formata una coda parallela. Rispettosa della distanza di sicurezza? No. Così come si possono registrare cospicui raggruppamenti (per non dire addirittura assembramenti) in corrispondenza degli accessi alle “vasche” di via Vittorio Emanuele II e via Luini, presidiate per irregimentare il traffico umano.

Ma più del centro storico, la gente ha scelto ancora una volta il lago, soprattutto la passeggiata di viale Geno, con i bar pieni soprattutto di giovani e tanto, tantissimo passeggio.

La passeggiata di Villa Olmo, invece, pur bellissima, ma senza locali, resta appannaggio dei runner, di chi vuole passeggiare con calma per raggiungere il parco. In Città Murata, oltre alle vasche, sono le piazze Duomo, Cavour, Volta e San Fedele a richiamare di più.

Oggi riprenderà l’assalto, almeno con un’avvertenza: in viale Varese ci sono 45 posti auto in meno per lavori alla rete idrica, quindi parcheggiare in una città già avara di parcheggi, sarà ancora meno facile.

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