La villetta esplosa
a Fino: dopo un anno
tutto come prima

Nello scoppio era morto il figlio del padrone di casa Da allora immobile sotto sequestro e altri due inagibili

Oggi, proprio come un anno fa. Ma non è cambiato lo scenario che si presenta in via Liguria, ad Andrate, con le macerie e lo scheletro della villetta esplosa l’11 maggio 2020 e le due adiacenti ancora inagibili. Un triste spettacolo che riporta quotidianamente alla mente quanto era accaduto quella terribile mattina, all’alba: tutto era iniziato con alcune piccole esplosioni derivanti dall’abitazione della famiglia Fino, con i vicini di casa che istintivamente erano usciti per capire cosa stesse succedendo. Quindi il boato finale che aveva letteralmente sventrato la casa, scaraventando detriti a decine di metri di distanza.

Nell’esplosione perse la vita Alessandro Fino, 21 anni, dalle cui mani sarebbero stati prodotti gli ordigni che poi sono scoppiati: altri, invece, erano stati fatti brillare dagli artificieri nei giorni seguenti. Illesa la sua famiglia. Il vero miracolo è che non ci furono altre vittime tra gli andratesi, per una questione di secondi: una decina di persone che si erano avvicinate alla villetta hanno avuto giusto il tempo di spostarsi, pur senza sapere che in un attimo sarebbe scoppiato tutto. L’unica persona ferita in maniera più seria era stata Giuseppe Zaffino, 45 anni, colpito all’addome da un detrito: pochi centimetri più sopra e, per lui, non ci sarebbe probabilmente stato niente da fare.

Ad un anno da quei terribili fatti, la villetta della famiglia Fino è ancora sotto sequestro da parte della magistratura che sta procedendo con i dovuti accertamenti per fare chiarezza su quanto accaduto: data la situazione, nemmeno le due famiglie che abitavano a fianco possono far ritorno nelle loro case, che comunque avranno bisogno di significativi lavori per tornare agibili.

Cosa che non sarà possibile fare finché non verranno tolti i sigilli, si spera il prima possibile. Anche altre abitazioni nei dintorni erano state danneggiate, ma in maniera più lieve e così le famiglie avevano potuto fare rientro quasi subito, occupandosi in prima persona della sistemazione, in attesa che l’assicurazione risarcisca i danni. Quando e in che modalità, non è ancora dato saperlo. (Daniela Colombo)

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