Obbligo di vaccino, verifiche sui sanitari
Chi rifiuta verrà sospeso dall’Ordine

La legge riguarda non solo medici e infermieri, ma l’intero comparto della salute - Ats: gli operatori non in regola possono prenotarsi sulla piattaforma. Al vaglio gli elenchi

Como

L’obbligo vaccinale per i sanitari introdotto dal Governo lo scorso primo aprile, ora sarà fatto rispettare.

Sono infatti in corso i controlli da parte di Ats Insubria sugli elenchi del personale sanitario effettivamente vaccinato trasmessi dalla Regione. Nominativi che vengono confrontati con quelli forniti dagli ordini professionali. Sono elenchi che Ats definisce «grezzi», che contengono ad esempio persone che non sono ancora state vaccinate a causa di recenti malattie o motivi di salute e potrebbero essere presenti anche medici ormai pensionati che non esercitano più la professione.

Non esistono numeri certi e definiti, fa presente l’Agenzia per la tutela della salute, ma le ultime percentuali fornite parlano di una copertura superiore al 90%. Il che, però, significa anche che un professionista sanitario su dieci non è ancora stato vaccinato.

Nei centri vaccinali nelle ultime settimane, raccontano i vaccinatori, è arrivato qualche camice bianco con un nuovo appuntamento. Da questa settimana sul portale regionale i sanitari che ancora non l’hanno fatto, possono prenotare la vaccinazione. Occorre ricordare che il comparto è stato inserito per primo nella campagna vaccinale, lo scorso mese di gennaio. I numeri forniti dalle strutture ospedaliere inizialmente erano superiori a quelli relativi ai medici di famiglia, ma le percentuali sono andate poi aumentando. L’obbligo riguarda comunque anche farmacisti, odontoiatri, veterinari, psicologi, infermieri, i tecnici della radiologia e dell’ortopedia, passando per podologi, igienisti dentali e terapisti occupazionali. L’elenco è lungo e comprende una vasta galassia di lavoratori. Per tutti la vaccinazione da aprile è un «requisito essenziale» per lavorare a contatto con il pubblico a tutela della salute di entrambi.

Incrociati i dati, la Regione procederà a convocare, tramite l’Ats i sanitari non coperti per capire le ragioni, chiedere eventuali certificati e documenti che attestino magari un’incompatibilità al siero anti Covid. In alternativa i nominativi dovranno essere inviati agli ordini professionali che dovranno procedere con la sospensione del loro iscritto. Così pure gli ospedali potranno demansionare i professionisti non vaccinati, destinandoli a luoghi di lavoro non a contatto con terzi o, se impossibile, lasciarli a riposo senza salario.

Il vincolo vale anche per i sanitari liberi professionisti, con studi e ambulatori privati: la vaccinazione è «requisito essenziale» e senza non si possono ricevere i pazienti. «L’obbligo c’è e una volta verificati gli elenchi proporremo a chi non è ancora coperto la vaccinazione – ha spiegato Paolo Bulgheroni, direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Ats Insubria – ricordando che è possibile tramite il portale fare richiesta assolvendo quindi all’obbligo. La legge riguarda complessivamente le professioni sanitarie, non solo medici e infermieri, ma anche specialisti e tecnici. Dunque dobbiamo rielaborare i dati grezzi che ci sono stati forniti dalla Regione per conoscere con esattezza i numeri, scremando i pensionati non in attività e chiedendo agli altri i documenti che attestino i possibili motivi dell’esclusione dalla campagna vaccinale. Servirà qualche giorno».

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